Una notizia pubblicata questo martedì nel quotidiano Granma di questa nazione, indica che tale rafforzamento succede a partire dalla recente riunione del Consiglio dei Ministri.
Segnala la nota che come parte delle misure, per esempio, nelle attività di bellezza si integreranno sette attività (barbiere, truccatrice, massaggiatore, manicure, parrucchiera, parrucchiera pettinatrice di trecce e parrucchiere tradizionale).
Spiegano che alla chiusura del primo semestre dell’anno, un totale di 567.982 persone esercitavano un lavoro privato a Cuba. Questo dato rappresenta il 12% del totale dei lavoratori nel paese.
Dati del Ministero di Lavoro e previdenza sociale dimostrano che il 32% degli incorporati a queste modalità è giovane; il 33% sono donne, il 16% lavora a sua volta come salariato in qualche centro statale, e l’11% sono pensionati.
Questi aspetti sono stati abbordati nella più recente riunione del consiglio dei Ministri, e confermati dal presidente cubano, Raul Castro, nel IX Periodo Ordinario delle Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (Parlamento).
Al rispetto, la prima vice ministra del Lavoro e Previdenza Sociale, Marta Elena Feitò, assicurò che questo processo fa parte di un lavoro sistematico di revisione e perfezionamento, avviata a correggere deficienze, in modo che nessuna azione rimanga al margine della legalità.
Feitò specificò che lo stato cubano ratifica la decisione di potenziare l’adempimento del lavoro privato, ma sempre sotto la cornice della legalità e dell’ordinamento.
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