Il piano di azioni promosso dall’UE per contrastare il flusso di persone, includendo il codice di condotta, rappresenta una minaccia per la vita e viola gli standard internazionali “perché condanna esseri umani innocenti ad una sofferenza maggiore ”, denunciarono.
I relatori speciali per i diritti umani degli emigranti, Felipe Gonzalez (Cile), e per la tortura, Nils Melzer (Svizzera), firmarono una dichiarazione nella quale manifestarono preoccupazioni serie per le nuove politiche del blocco nel Mediterraneo.
Spinto dall’Italia, con l’appoggio di Bruxelles, il codice di condotta cerca di fermare le operazioni di riscatto di organizzazioni private, con l’argomento di prevenire ed affrontare il traffico di persone.
Questi gruppi garantiscono con i loro sforzi fino ad un 40% delle azioni di riscatto nel Mediterraneo, hanno sottolineato Gonzalez e Melzer.
D’accordo con gli esperti, restringere le operazioni private causerà ancora più morti per annegamento in alto mare ed aumenterà la sofferenza degli emigranti in Libia, dove molti combattono con reclusioni prolungate e violazioni dei loro diritti.
Per i relatori, risulta inaccettabile che la Commissione Europea tenti di trasportare le frontiere dell’Europa in Libia.
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