Vale la pena menzionare i giovani. Molti di loro sono venuti a Washington, DC, da diverse città statunitensi, da costa a costa.
Altri hanno avuto la recente esperienza di aver visitato l’isola per la prima volta e di essere stati colpiti da un innamoramento, come è successo a Miledys Guzmán, che “da antillana, metà domenicana, metà portoricana”, ha deciso di “conoscere questo popolo bello” di cui si parla.
Guzmán è laureata in medicina ed ha viaggiato da New York così come il pastore Dolimar Lebron, la cui energia è impressionante soprattutto quando si tratta di Cuba.
La stessa cosa accade a Mayan Hennemeyer, membro del duo Afrodelica, che ha affermato di “non avere abbastanza amore nel petto da dare a Cuba”.
Insieme al suo figlioletto, ha sfilato per le strade di questa capitale chiedendo al governo di Joe Biden di revocare le sanzioni, eliminare il bloqueo e lasciare vivere il popolo cubano.
Per Roberto Yis, del movimento Puentes de Amor, “questo è andare avanti e continuare”.
Venendo da Miami, Yis ha anticipato che le carovane contro il bloqueo continueranno con più forza nei fine settimana di ogni mese.
Nel frattempo, María Alejandra Rincón, dalla Colombia, un’altra delle partecipanti all’evento di domenica, ha raccontato del suo arresto quando hanno cercato di parlare con il senatore del New Jersey, Robert Menéndez.
Insieme a Gail Walker e Calla Walsh, copresidentesse della Rete Nazionale di Solidarietà con Cuba (NNOC), l’hanno detenuta ed “è stato orribile”.
Hanno chiamato 25 agenti di polizia solo per noi tre, che eravamo sedute ad aspettare negli uffici del senatore per dialogare, ma in realtà non hanno voluto sentirci parlare della questione di Cuba”, ha raccontato.
Ma no, perché continueremo sempre a lottare in solidarietà con Cuba, ha sottolineato.
La marcia e il raduno davanti alla Casa Bianca, convocati dal NNOC, hanno chiuso sette giorni di attività a sostegno della maggiore delle Antille negli Stati Uniti.
Poco prima di iniziare il percorso dal Monumento al Liberatore, José de San Martín, al palazzo dirigenziale, è stato montato un grande mosaico di 100 pannelli con il riferimento che bisogna escludere Cuba dalla lista unilaterale degli Stati Sponsor del Terrorismo.
E sì, ci sono state diverse manifestazioni di sostegno a Cuba negli ultimi sette giorni, dal bussare alle porte dei senatori all’approvazione di una risoluzione nel Consiglio di New York City che sollecita Biden ed il Congresso a togliere il bloqueo.
Ma purtroppo niente di tutto questo ha fatto notizia qui, nei grandi media statunitensi.
Deisy Francis Mexidor, giornalista di Prensa Latina