Il capo della diplomazia bolivariana ha assicurato in un incontro con la stampa che il suo paese ha accolto favorevolmente il recente appello per un dialogo ad alto livello con Guyana giovedì prossimo, patrocinato dalla Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) e dalla Comunità degli Stati dei Caraibi (Caricom).
Dopo numerosi appelli del presidente Nicolás Maduro dal 2015, nelle ultime settimane Venezuela ha intensificato l’appello al dialogo, soprattutto dopo i risultati del referendum consultivo, in cui hanno votato più di 10,5 milioni di persone.
Ha osservato che dal 25 settembre fino a sabato scorso, quando è stato annunciato l’incontro tra Maduro e il suo collega della Guyana, Irfaan Ali, si sono verificate una serie di azioni politiche, diplomatiche e di dialogo, non solo tra i principali attori, ma con meccanismi regionali come CELAC e Caricom.
Gil ha sottolineato che questa è una vittoria per la pace, per il dialogo, per la ricerca di “una soluzione reciprocamente accettabile” come previsto dall’Accordo di Ginevra del 1966, che “ci mette in una situazione vantaggiosa” per mantenere la pace e la stabilità della regione.
Il massimo diplomatico ha affermato che i cinque quesiti del referendum del 3 dicembre mirano fondamentalmente ad “affrontare la conferenza nel quadro del diritto internazionale e del rispetto dell’Accordo di Ginevra”, oltre ad ignorare la linea fraudolenta della Sentenza Arbitrale di Parigi del 1899.
Alla fine, Venezuela vuole che la controversia venga risolta “in pace, nel rispetto dei canali diplomatici e del diritto internazionale” e che eviti che il conflitto venga affrontato da terzi, ha concluso.
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