Dopo aver denunciato quella che ha definito “un’intenzione perversa” di cedere la Pemex al capitale straniero, il presidente del Messico ha affermato che, tuttavia, non si potrà distruggere la principale azienda produttiva dello stato.
Il presidente ha passato il microfono al suo direttore, Octavio Romero Oropeza, il quale ha spiegato che nel processo di recupero si sono moltiplicati i livelli delle riserve, dell’estrazione e della raffinazione.
Ha menzionato che questa amministrazione ha aumentato l’estrazione di 177 milioni di barili al giorno, inoltre ha eliminato di oltre il 17% i debiti multimilionari che la società ha contraddittoriamente contratto quando i prezzi internazionali del petrolio greggio hanno raggiunto il loro massimo livello e che Pemex, invece di rafforzarsi, si è indebolita, le sue riserve sono diminuite pericolosamente ed i suoi profitti sono passati in mani private.
Adesso con la politica di ripresa sono aumentate tutte le linee di produzione, compreso il petrolio, e anche quella delle aziende private appaltate dallo stato che per lungo tempo non estraevano greggio nelle quantità per le quali avevano ottenuto le concessioni.
Ig/lma
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