Questo lunedì la Commissione Lavori della Camera dei Deputati dovrà pronunciarsi sull’iniziativa che, se approvata, andrà in plenaria per diventare legge, ma – se verrà respinta – l’intero processo resterà paralizzato.
Una delle principali novità della riforma è il nuovo contributo dei datori di lavoro, pari al 6% degli stipendi corrisposti, che migliorerà il reddito dei pensionati, soprattutto di quelli che percepiscono meno.
Inizialmente, il ministro del Lavoro, Jeannette Jara, aveva proposto di destinare una parte di questi soldi per rilanciare l’occupazione femminile, due sui conti individuali dei lavoratori e le restanti tre per aumentare le pensioni più basse.
Di fronte alle polemiche su questa formula, l’Esecutivo ha accolto la proposta dei democristiani di destinare la metà al fondo dei dipendenti e il resto a un pilastro di solidarietà gestito da un ente pubblico-privato.
Quest’ultima variante lascerebbe ogni lavoratore libero di scegliere il modello di accumulo delle pensioni che più gli si addice.
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