martedì 26 Novembre 2024
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Condannata in Argentina un’operazione di polizia contro i manifestanti

Buenos Aires, 1° feb (Prensa Latina) Politici, organizzazioni sindacali e sociali argentine hanno condannato oggi il forte dispiegamento di polizia contro i manifestanti che hanno respinto un pacchetto di leggi governative ed hanno denunciato l'arresto di almeno sei persone.

Centinaia di soldati con manganelli e scudi, polizia motorizzata e camion con cannoni ad acqua sono arrivati ieri vicino al Congresso per impedire la mobilitazione di gruppi come il Polo Obrero (PO) e il Movimento Socialista dei Lavoratori.
Gli agenti hanno usato spray al peperoncino ed il leader del PO, Eduardo Bellibini, ha dichiarato di aver ricevuto percosse che gli hanno causato difficoltà respiratorie.
“Chiediamo il rilascio del nostro collega del PO, Victor da Vila. Alle 18:00 ora locale, torniamo al Congresso contro la legge Omnibus. Nessuno deve stare in prigione per partecipare ad una manifestazione!”, ha detto oggi la deputata del Fronte della Sinistra, Romina del Plá.
Da parte sua, il Centro per gli Studi Sociali e Giuridici ha riferito che ci sono state “donne detenute e picchiate, giornalisti picchiati, poliziotti armati fino ai denti, anche con armi da fuoco”.
“Queste scene sono comuni da quando è in vigore un protocollo di tolleranza zero per le manifestazioni, consentendo l’arroganza e la provocazione della polizia. Con il pacchetto di leggi il governo vuole dare legalità alla violenza irrazionale di stato, che pone fine al diritto di protestare. I legislatori non possono permetterlo”, ha affermato l’organizzazione in un comunicato.
Inoltre, ha sottolineato che “un agente del governo federale aveva un distintivo di estrema destra. Abbiamo alcune foto come prove. È molto preoccupante e lo è ancora di più se appare come una provocazione. Oltre a portare con sé l’identificazione fascista, era armato durante una manifestazione e questo è proibito”.
Dal canto suo, Sonia Mello, del Frente Grande, ha ritenuto deplorevole che, dopo 40 anni di democrazia, “non si debba solo vedere come il governo di Javier Milei faccia pressioni sulle province affinché approvino una legge che viola i diritti delle persone, ma esce anche con tutte le sue forze per reprimere lavoratori e famiglie”.

Ig/gas

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