Nell’ultimo rapporto sulla situazione, le autorità sanitarie del territorio hanno indicato che nelle ultime 24 ore hanno perso la vita 96 cittadini e 172 sono rimasti feriti.
L’esercito ha fatto saltare in aria diverse case a ovest di Khan Yunis, mentre l’artiglieria ha bombardato diverse zone della città, epicentro di un’offensiva di terra che dura da diverse settimane, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Wafa.
A Gaza sono proseguiti gli scontri tra miliziani di Hamas e soldati israeliani, che cercano di entrare nel centro del quartiere di Al-Zaytoun, situato a sud-ovest della metropoli.
Nel frattempo, la crisi umanitaria nel territorio è aggravata dal blocco e dagli attacchi israeliani.
Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, presso l’ospedale di maternità Al-Helal Al-Emairati di Rafah, i neonati muoiono perché le madri non possono ricevere cure prenatali o postnatali.
Da parte sua, la televisione Al Jazeera ha riferito che un bambino di due anni di nome Khaled è morto dopo aver mangiato pane preparato con mangimi per animali nel nord della Striscia.
La mancanza di cibo è più grave nella parte settentrionale dell’enclave a causa delle difficoltà imposte dai soldati alle organizzazioni umanitarie per trasportare i convogli umanitari dal sud.
Dall’inizio dell’attuale ciclo di violenza, il 7 ottobre, più di 29.800 palestinesi sono morti nella Striscia e altri 70.200 sono rimasti feriti.
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