giovedì 26 Dicembre 2024
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Hugo Chávez in memoria

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Santiago de Cuba, 5 mar (Prensa Latina) Raramente il popolo cubano ha sentito tanta affinità con un leader straniero come accadde con Hugo Rafael Chávez Frías, empatia che si risvegliò quando espresse la frase "por ahora" nel 1992.

Poi sono arrivati il carcere, che lo fece maturare come rivoluzionario, il viaggio a Cuba e l’incontro con Fidel, l’amicizia tra i due leader e la coincidenza nel modo di vedere i processi politici ed economici nazionali e latinoamericani, nonché l’identificazione dei bisogni di unità e di cooperazione che sono diventati prima una piattaforma programmatica e poi un progetto concreto.
Sono milioni i cubani che in un modo o nell’altro sono stati legati alla relazione tra Cuba e Venezuela fondata da Chávez e Fidel, attraverso la cooperazione nella sanità, nello sport, nella cultura, nell’istruzione, nel risparmio energetico, nell’agricoltura e nella formazione degli assistenti sociali venezuelani a Cuba.
Chi non ricorda i discorsi vibranti di Chávez nelle grandi concentrazioni del popolo venezuelano anche sotto la pioggia o la frase “huele a azufre” quando arrivò sul podio delle Nazioni Unite dove aveva precedentemente parlato il presidente degli Stati Uniti; chi non ha paragonato l’inizio e l’evoluzione di Chávez come politico, militare e leader con quello di Fidel, anche quelli che non pensavano che fosse una sorta di successore del Comandante.
Ma il destino aveva altri piani nella vita di Chávez, fare di lui un’icona, un paradigma, alla giovane età di 58 anni, dopo aver fondato un partito clandestino (MBR-200), il Movimento V Repubblica, il Partito Socialista Unito del Venezuela e rilanciare il concetto del socialismo del 21° secolo.
La perdita di Chávez per la sinistra latinoamericana, per il popolo venezuelano e cubano ha significato nientemeno che una fatalità inaspettata e dolorosa; è mancato un leader nel momento più alto della sua performance politica e di statista. C’è sempre la questione di quanto lontano avrebbe potuto arrivare, di come sarebbe oggi l’America Latina se Chávez fosse ancora vivo. Si è perso così tanto che è meglio ricordarlo come “il migliore amico di Cuba”.

Ig/yvg

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