Nato a L’Avana, Mella sviluppò nella sua breve vita un’attività politica che lo rese un leader internazionale.
Nel 1923 organizzò e diresse il Primo Congresso Nazionale degli Studenti e inaugurò l’Università Popolare José Martí, con lo scopo di fornire un’istruzione politica e accademica ai lavoratori.
La Federazione degli Studenti Universitari, creata il 20 dicembre 1922, fu un altro dei suoi spazi di difesa del paese, e da lì contribuì ad organizzare il corpo studentesco per riformare l’università, ma si unì anche al movimento operaio per combattere contro la tirannia di Gerardo Machado (1925-1933).
La radicalizzazione del suo pensiero e l’identificazione con le idee comuniste lo portarono a far parte del gruppo che il 16 agosto 1925 formò il primo Partito Comunista di Cuba, militanza che difese fino alla morte.
Per le sue azioni e ribellioni fu espulso dall’Università de L’Avana, detenuto dalle autorità (in carcere si dichiarò in sciopero della fame) e costretto all’esilio, da dove si unì al movimento internazionale.
In Messico ha incontrato la fotografa rivoluzionaria, combattente e militante comunista italiana Tina Modotti, con la quale sviluppa un’intensa e breve storia di amore e lotta.
Il 10 gennaio 1929, dopo aver ricevuto due proiettili a Città del Messico, pronunciò le sue ultime parole, tra le braccia di Tina: “Machado ha mandato un sicario ad uccidermi. Muoio per la Rivoluzione”, in riferimento al dittatore al potere nell’allora neo-colonia cubana, Gerardo Machado.
Il comandante in capo della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, lo considerava “il cubano che ha fatto di più nel minor tempo”.
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