Lula è stato condannato a 12 anni ed un mese di prigione da un tribunale di seconda istanza della città di Porto Alegre, che ha inoltre dettato l’esecuzione immediata della pena una volta finiti i ricorsi in appello, fatto che succederà il prossimo giorno 26, quando giudicheranno l’habeus corpus, presentato dalla difesa dell’ex mandatario.
Inizialmente, la Corte Suprema ha analizzato ed ha approvato per sette voti contro quattro l’ammissibilità della domanda di habeas corpus, la cui sentenza di merito si realizzerà il prossimo 4 aprile, dopo il recesso per la Settimana Santa.
Con posteriorità, ed anche per maggioranza, i ministri hanno accettato un sollecito dell’avvocato difensore di Lula, Josè Roberto Batocchio, nel senso di garantire che, con indipendenza di quello che si decida nel TRF-4 (Tribunale Regionale Federale della 4º regione) lunedì prossimo, l’ex dignitario rimanga in libertà fino a tanto non sia considerato l’habeas corpus da parte del STF.
Presentando oggi i suoi allegati, Batocchio ha affermato che la decisione del tribunale di Porto Alegre ha messo sotto minaccia di estinzione due precetti dell’ordinamento giuridico democratico brasiliano: la Costituzione Federale ed il Codice di Processo Penale, mettendo in interdetto la presunzione di innocenza.
Il TRF-4, ha detto, che ha considerato obbligatoria l’esecuzione della pena una volta finiti i ricorsi in seconda istanza, fatto che è incostituzionale e contraddice perfino l’intendimento della Corte Suprema che l’ha considerato solo come una possibilità.
Ig/mpm