In un rapporto, l’organizzazione non governativa ha denunciato i maltrattamenti a cui sono sottoposti i palestinesi in queste strutture, situazione che è peggiorata dal 7 ottobre, quando è scoppiato il nuovo ciclo di violenze.
Esortiamo la comunità internazionale a rompere il silenzio e ad adottare misure serie contro “la brutale tortura basata sulla discriminazione, la vendetta collettiva e la disumanizzazione a cui sono esposti i civili palestinesi”, ha sottolineato.
Nella sua testimonianza, Samir Abdullah Jamal Marjan, 23 anni, ha raccontato di aver subito percosse, scosse elettriche, insulti ed il tentativo di iniettargli sostanze sconosciute.
“Ogni giorno venivamo torturati brutalmente, con percosse e insulti, ed usavano i cani per attaccarci ed intimidirci”, ha detto il giovane, arrestato a marzo e recentemente rilasciato.
“Nella prigione di Ashkelon la situazione era peggiore”. “Ero in una cella di isolamento e sono rimasto 12 giorni senza cibo”, ha indicato.
Ha detto che durante gli interrogatori, gli israeliani hanno usato scosse elettriche per estorcere confessioni mentre investigavano su Hamas e dei suoi tunnel a Gaza.
Quando ho detto che non sapevo nulla perché ero solo un civile e che non ero a conoscenza di queste questioni, mi hanno picchiato, ha osservato.
Fattah Al-Aklouk, arrestato tre volte dal 7 ottobre, ha riferito che un connazionale, di nome Muhammad Al-Kahlot, è morto a causa delle torture.
Considerata questa situazione, l’Osservatorio ha rinnovato la sua esigenza al Procuratore della Corte Penale Internazionale, affinché indaghi sui crimini commessi da Israele contro i prigionieri palestinesi.
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