“Vogliamo ringraziare molto, ringraziare ancora, ringraziare sempre, il popolo ed il governo di Cuba, perché ci aiutano inviando specialisti che non abbiamo nel nostro paese”, ha detto il presidente durante la sua consueta conferenza stampa.
Il capo dello stato ha ricordato che la politica neoliberista prevalente in Messico per decenni ha abbandonato l’istruzione pubblica, soprattutto quella di livello superiore, e che i giovani che volevano studiare Medicina venivano respinti con il pretesto che non avevano superato l’esame di ammissione.
“La verità è che il budget non era sufficiente e migliaia di persone sono state respinte. Alla fine, il risultato è che non abbiamo gli specialisti di cui il paese ha bisogno”, ha sottolineato López Obrador, denunciando che in questa volontà di privatizzare la nazione, questa è rimasta senza la possibilità di avere più medici.
Stiamo aumentando il numero di borse di studio per questi professionisti e lasceremo circa 200 università regionali di Medicina; in ogni caso, non bastano e per questo il governo cubano ci aiuta, ha aggiunto.
Secondo lui, all’inizio del suo mandato ha visitato diversi ospedali che sono stati affiliati al programma IMSS-Bienestar per la federalizzazione dei servizi sanitari per le persone senza previdenza sociale (circa la metà della popolazione), ed ha constatato che esisteva un’enorme mancanza di specialisti.
“A settembre vogliamo poter alzare le nostre bandiere nei diversi stati e dire che abbiamo tutto: c’è una fornitura di medicinali al 100%, ci sono i medici generali, ci sono gli specialisti. È una vera sfida. E non siamo Danimarca, quei da noi sarà meglio, perché stiamo lavorando già da molto tempo”, ha concluso il presidente.
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