Il giornalista professionista e membro del Partito Socialista, che lavorava presso l’Ufficio Informazioni Presidenziale, fu arrestato il 3 gennaio 1974 in Plaza de la Constitución, di fronte al Palazzo della Moneda, e trasferito nel campo di prigionia detto “Tejas Verdes”.
Qui, la Direzione Nazionale dell’Intelligence (DINA), polizia segreta del regime di Augusto Pinochet (1973-1990), lo ha interrogato e sottoposto a torture che hanno gravemente compromesso la sua integrità fisica, ed ancora oggi non si sa dove si trovi.
Per questo fatto furono condannati il sottotenente Raúl Pablo Quintana, il tenente Ricardo Judas Tadeo, il primo sergente Ramón Luis Carriel e l’allora medico militare Vittorio Orvieto.
Il giudice per i casi di violazione dei diritti umani della Corte d’Appello di San Miguel, Marianela Cifuentes, ha condannato anche lo stato a risarcire i figli della vittima per danni morali con 300 milioni di pesos (317mila dollari).
Secondo i dati qui diffusi, un totale di 36 professionisti della stampa è stato assassinato, detenuti o scompariti dopo il golpe di stato guidato da Pinochet contro il governo di Unità Popolare di Salvador Allende.
Ig/car