Da una parte, il presidente Xi Jinping riceve in Cina il primo ministro dell’India, Narendra Modi; mentre un po’ più all’est si siedono allo stesso tavolo di conversazioni il leader della Repubblica Popolare Democratica della Corea (RPDC), Kim Jong-un, ed il presidente sudcoreano, Moon Jae-in. Si tratta di eventi che uniscono vicini con dispute tanto sensibili che in più di un’occasione hanno dato luogo a multipli vaticini sull’esplosione di confronti bellici in questa parte del pianeta.
Xi e Modi sosterranno un incontro informale nella centrale città di Wuhan e -secondo il cancelliere cinese, Wang Yi – sarà l’opportunità di esplorare nuove mete strategiche a lungo termine in favore dei nessi mutui, come per analizzare i cambiamenti che accadono nel mondo attuale.
I due mandatari hanno dialogato l’ultima volta nel settembre scorso durante il nono incontro di leader del Brics, blocco che integrano questi due stati con Russia, Brasile e Sudafrica.
“Questo appuntamento non solo sarà positivo per i due paesi ed i loro popoli, ma contribuirà alla pace ed allo sviluppo a scala regionale e globale”, ha affermato alcuni giorni fa il ministro di Relazioni Estere.
Mentre, la sua collega dell’India, Sushma Swaraj, ha affermato che la riunione dimostra la forte volontà di Xi e Modi di stringere la comunicazione, approfondire l’amicizia e portare ad un altro livello l’associazione bilaterale.
Cina ed India hanno avuto negli ultimi tempi forti frizioni vincolate a questioni economiche e per la zona di Doklam, un’area di circa 130 chilometri quadrati ubicata all’ovest del regno di Butan, che fa parte di un territorio in disputa.
Altre analisi sottolineano punti di convergenza come il fatto che sono paesi in via di sviluppo enormi, con le principali economie emergenti dell’orbe, simili interessi, inquietudini ed un vasto potenziale per i commerci.
In realtà, Cina è il maggiore socio commerciale dell’India e nel 2017 il volume mercantile bilaterale è cresciuto nel 20,3% con la cifra record di 84440 milioni di dollari.
Rispetto al caso coreano, Kim e Moon potrebbero arrivare ad un intendimento sulle vie per stabilire la pace definitiva nella penisola e rimpiazzare con un patto l’armistizio vigente dal 27 luglio 1953 affinché cessino le ostilità.
Inoltre, il loro incontro sarà un punto di partenza per avanzare verso la denuclearizzazione del territorio, la riunificazione delle famiglie separate dalla guerra e la garanzia del successo delle conversazioni tra il leader della RPDC ed il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in maggio o giugno prossimo.
Nonostante non si sappia ancora molto, questo appuntamento è già storico perché succede in mezzo ad un processo che ha permesso ad entrambe le Coree di mettersi d’accordo in poco tempo su distinti temi, il Nord sospese le sue prove nucleari e balistiche, ed il Sud la propaganda ostile.
Secondo quanto previsto, Kim e Moon termineranno l’incontro con la firma di un documento e dopo semineranno un pino nell’area che separa i due paesi con terra ed acqua di fiume di entrambi i lati della penisola.
L’albero sarà accompagnato da una pietra coi nomi dei due leader coreani e la frase “Piantare la pace e la prosperità”.
Yolaidy Martinez Ruiz, corrispondente di Prensa Latina in Cile