Il testo, presentato dalla Palestina e co-sponsorizzato da decine di paesi, tra cui Cuba, ha ottenuto 124 voti favorevoli, 14 contrari e 43 astensioni.
Il progetto qualifica la presenza israeliana come illegale e ne stabilisce la partenza entro un termine di dodici mesi.
“L’Assemblea Generale reclama che Israele ponga fine immediatamente alla sua presenza illegale nei Territori Palestinesi Occupati, che costituisce un atto illegale continuo che fa sorgere la sua responsabilità internazionale, e che lo faccia entro dodici mesi dall’adozione della presente risoluzione,” considera il documento.
Allo stesso tempo, chiede il rispetto immediato degli obblighi legali di Israele in conformità con il diritto internazionale.
La risoluzione richiede inoltre la restituzione delle terre, dei beni immobili e dei beni confiscati dall’inizio dell’occupazione nel 1967, così come di tutte le proprietà e i beni culturali sottratti ai palestinesi e alle loro istituzioni.
Sebbene le decisioni del forum non siano vincolanti, i progetti approvati hanno un grande peso politico poiché ricevono il voto di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite.
Poco prima della sua approvazione, il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha confermato che rispetterà tutto quanto stabilito dal testo se sarà approvato dal forum di 193 paesi.
Da parte sua, l’ambasciatore palestinese presso le Nazioni Unite, Riyad Mansour, ritiene che una giusta risoluzione sia essenziale per raggiungere la pace in Medio Oriente.
“Palestina è una parte importante della storia universale ed il popolo palestinese è parte integrante dell’umanità. Né il nostro paese né il nostro popolo scompariranno”, ha concluso.
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