È successo durante la serata politico-culturale che, convocata dall’Unione dei Giovani Comunisti e alla presenza del presidente del paese, Miguel Díaz-Canel, ha reso omaggio sulla scalinata dell’Università de L’Avana al Comandante in Capo, otto anni dopo la sua morte.
Il grido è diventato un dialogo con il Ballet Revolución, l’Orchestra Sinfonica Nazionale Amadeo Roldán e altri attori, musicisti e interpreti cubani che, con poesie, canti e danze, hanno elogiato l’eredità di Fidel (1926-2016) su un palco improvvisato.
Una conversazione supportata dalle immagini dell’ex presidente venezuelano Hugo Chávez e del presidente nicaraguense Daniel Ortega, che “ritraggono” in poche parole l’“eterno rivoluzionario” di Cuba, dell’America Latina e di tutte le giuste cause del mondo.
Uno scambio condotto proiettando le persone che lo salutavano in diverse zone della geografia cubana e, lo piangevano nelle ore successive alla notte di venerdì 25 novembre 2016.
Alle 22,29 di questo giorno, l’allora presidente Raúl Castro apparve in televisione per confermare la morte di suo fratello e dare così inizio, ufficiosamente, al perenne omaggio postumo reso al fondatore della Rivoluzione cubana.
Durante la solennità sono stati ribaditi i riferimenti alla formazione rivoluzionaria, martiana e socialista di Fidel presso l’Università de L’Avana, dove ha combattuto numerose battaglie per Cuba e per le cause giuste, oltre a parlare con il popolo.
Ig/raj