Lo ha confermato il capo dello stato sul suo account di Twitter, piattaforma dove ha ricordato i versi dell’Eroe Nazionale José Martí su questo tragico evento.
“Amati cadaveri, quelli di voi che in sogno, sono appartenuti alla mia patria”. “Anche 153 anni dopo il delitto, i versi del giovane Martí ai suoi fratelli morti del 27 novembre continuano a colpirci”, ha detto il presidente nella rete sociale.
Díaz-Canel ha sottolineato che in memoria di questi giovani “marciamo per una patria libera e sovrana insieme agli studenti di oggi”.
Come da tradizione, centinaia di studenti compiranno oggi un pellegrinaggio dai gradini dell’Università de L’Avana al monumento che commemora il vile assassinio, nel Prado e nel Malecón, a L’Avana Vecchia.
Il 23 novembre 1871, un gruppo di studenti del primo anno di medicina aspettava il suo professore nell’anfiteatro anatomico adiacente al Cimitero di Espada, a L’Avana.
Le autorità spagnole li hanno successivamente accusati senza prove di aver profanato la tomba del giornalista spagnolo Gonzalo Castañón.
Ciò avviene in un contesto storico teso a causa delle crescenti sconfitte dell’esercito iberico per mano dei leader della guerra d’indipendenza che lo combattevano dal 1868 nell’oriente del paese.
Nel primo Consiglio di Guerra fu dimostrata l’innocenza dei giovani, ma, sotto la pressione del Corpo dei Volontari Spagnoli a L’Avana, un secondo processo decise di condannare i giovani come avvertimento.
Il 27 novembre questi studenti sono stati fucilati, un altro gruppo è stato condannato al carcere e poi all’esilio.
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