venerdì 14 Marzo 2025
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Palestina ha accusato Israele di imporre una politica di fame e sete a Gaza

Ramallah, 12 mar (Prensa Latina) Il Ministero degli Esteri palestinese ha accusato oggi Israele di perseguire "una politica di fame e sete" contro Gaza, impedendo l'ingresso di rifornimenti vitali nel territorio, che ha subito 15 mesi di attacchi dell'esercito.

Il Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati ha affermato in una nota che questa strategia è un ulteriore strumento della guerra di sterminio promossa dal governo di Benjamin Netanyahu.
“La campagna include tentativi di sfollare il nostro popolo e di annessione di terre palestinesi”, ha sottolineato.
Nel testo sono stati inoltre condannati i crimini commessi nella Cisgiordania occupata, in particolare nella regione settentrionale, dove l’esercito israeliano conduce una campagna da oltre 50 giorni.
Secondo i dati ufficiali, più di 40.000 persone sono fuggite dalle loro case nei governatorati di Jenin e Tulkarem, a causa delle operazioni militari.
Guardiamo con grande preoccupazione all’aumento di aggressioni, violenze e abusi commessi “in modo sistematico, provocatorio, barbaro ed intenzionale” contro i nostri concittadini, sottolinea la dichiarazione.
Il Ministero degli Esteri ha criticato aspramente il silenzio della comunità internazionale di fronte alle “manifestazioni di carestia, genocidio e sfollamento” messe in atto dalle forze di sicurezza del paese vicino.
I crimini di Jenin e Tulkarem confermano l’incapacità del mondo di attuare le decisioni prese per fermare l’aggressione aperta e diffusa del governo israeliano, ha affermato.
È necessario obbligare il paese sionista a rispettare le norme internazionali e gli ordini provvisori emessi dalla Corte Internazionale di Giustizia per porre fine alla violenza, ha sottolineato.
Undici giorni fa, Netanyahu ha ordinato la chiusura dei valichi di frontiera di Gaza e il divieto di ingresso di beni di prima necessità, interrompendo poi la fornitura di energia elettrica, nell’ambito di una strategia volta a fare pressione sulla milizia di Hamas affinché accetti un accordo di cessate il fuoco favorevole a Israele.

Ig/rob

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