Nel frattempo, il numero dei feriti è salito a 111.955, secondo le autorità sanitarie del territorio, citate dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese (Wafa).
Hanno riferito che nelle ultime 24 ore sono arrivati negli ospedali della Striscia nove decessi e 14 feriti.
Dall’inizio della tregua nel territorio, il 19 gennaio, le squadre di soccorso hanno recuperato ogni giorno numerosi cadaveri sepolti sotto le macerie.
Si stima che fino a 14.000 palestinesi siano rimasti sepolti sotto i milioni di tonnellate di detriti sparsi sul territorio a seguito dell’offensiva israeliana.
La situazione in questa enclave costiera è peggiorata negli ultimi giorni dopo la decisione del governo di Benjamin Netanyahu di bloccare l’ingresso degli aiuti umanitari e di interrompere la fornitura di energia elettrica.
In particolare, l’Unione delle Municipalità di Gaza ha avvertito che il blocco israeliano ha aggravato la crisi umanitaria.
L’agenzia ha sottolineato l’urgente necessità di garantire forniture sufficienti e sostenibili di acqua ed elettricità.
Tali azioni sono la continuazione delle politiche punitive contro i civili palestinesi, che costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario, ha affermato.
Di fronte a questa situazione, il Ministero degli Esteri palestinese ha accusato Israele di perseguire “una politica di fame e sete” contro Gaza.
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