“Dal profondo della nostra anima, rinneghiamo con tutte le nostre forze la spietata persecuzione e il genocidio che il nazismo scatenò contro il popolo ebraico a suo tempo. Ma non riesco a ricordare nulla di più simile nella nostra storia contemporanea dell’espulsione, della persecuzione e del genocidio che l’imperialismo e il sionismo perpetrano oggi contro il popolo palestinese”.
Fidel osservò come la politica degli Stati Uniti all’epoca avesse svolto un ruolo fondamentale nell’impedire l’instaurazione di una pace giusta e globale nella regione. Quattro decenni dopo, i risultati di quelle denunce sono sotto gli occhi di tutti, così come la complicità.
Uno delle sue Riflessioni del 2014 si intitolava “L’Olocausto palestinese a Gaza”, nove anni prima dell’ottobre del 2023 ed affermava:
“Il genocidio nazista contro gli ebrei ha suscitato l’odio di tutti i popoli della terra. Perché il governo di quel paese crede che il mondo sarà insensibile a questo macabro genocidio commesso oggi contro il popolo palestinese? Ci si aspetta che ignori la portata della complicità dell’impero statunitense in questo vergognoso massacro?”
Il fatto che uno dei principali statisti del Terzo Mondo abbia parlato della questione palestinese per quasi mezzo secolo, usando termini che potrebbero usare domani o tra un anno, dà un’idea della mancanza di progressi in un conflitto che si trascina e che amplia il suo elenco di massacri e barbarie. Per Fidel, i palestinesi erano “il simbolo vivente del più grande crimine del nostro tempo”.
Ig
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