“Saluto e mi congratulo con tutti i boliviani e le boliviane che (…) si sono recati alle urne per esercitare il loro diritto e dovere civico nei confronti del nostro paese e per eleggere democraticamente il prossimo presidente del nostro Stato Plurinazionale della Bolivia”, ha scritto il Capo dello Stato sui social media.
Secondo i dati del Sistema di trasmissione dei risultati preliminari (Sirepre) del Tribunale Supremo Elettorale (TSE), Rodrigo Paz, del Partito Democratico Cristiano (PDC), e Jorge Tuto Quiroga, di Alianza Libre, disputeranno il ballottaggio il 19 ottobre.
Sebbene sarà necessario un secondo turno, questa domenica è stata definita la composizione dell’Assemblea Legislativa Plurinazionale (ALP), in cui, dopo 20 anni, la destra avrà la maggioranza.
Riguardo al ballottaggio, Arce ha affermato che l’ultima parola è nelle mani del popolo boliviano.
“Siamo fiduciosi che al secondo turno, la nostra popolazione riaffermerà ancora una volta che i boliviani risolvono i problemi pacificamente, dimostrando ancora una volta la vocazione democratica che ci ha sempre caratterizzato. La democrazia ha vinto! (…)”, ha dichiarato sul suo account di Twitter.
Ieri, il capo dello stato aveva dichiarato che l’8 novembre, al termine del suo mandato costituzionale, avrebbe consegnato la fascia presidenziale al neoeletto capo dello stato durante l’insediamento.
“(…) Secondo il calendario redatto dal TSE, rispetteremo tale scadenza, in conformità con la Costituzione (…)”. “In questo Bicentenario, offriremo al nostro paese un’uscita democratica ed una transizione democratica”, ha ribadito in una breve dichiarazione alla stampa dopo aver votato presso la scuola Miguel de Cervantes nel quartiere di Miraflores a La Paz.
Arce ha ricordato che, nel 2020, durante il governo de facto di Jeanine Áñez, ha votato in mezzo a “molestie da parte della polizia e dell’esercito” ed ha affermato che, all’epoca, ci fu un tentativo di “boicottare” le elezioni e la sua “vittoria elettorale”.
Al contrario, ha sottolineato che il suo governo “ha adempiuto a ciò che il popolo aveva ordinato nel 2020: ripristinare la democrazia”.
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