Il direttore generale del Ministero della Salute nell’enclave costiera, Munir al-Barsh, ha messo in guardia dai pericoli dell’evacuazione forzata imposta dall’esercito israeliano ai residenti della città nell’ambito di un’offensiva di terra per rioccupare la città.
Citato dall’agenzia di stampa Shehab, ha spiegato che oltre 200 pazienti dipendono dai ventilatori in terapia intensiva e pertanto non possono essere trasferiti o evacuati in nessuna circostanza.
“Se l’occupazione (Israele) vuole uccidere noi e i nostri pazienti, che lo faccia, ma non abbandoneremo i nostri ospedali né abbandoneremo i nostri pazienti al loro destino”, ha sottolineato.
Al-Barsh ha sottolineato che i centri sanitari non sono luoghi sicuri a causa degli attacchi militari.
Ha inoltre condannato lo sfollamento forzato dei residenti, considerandolo un crimine di guerra.
Alla luce di questa situazione, ha chiesto protezione internazionale per gli ospedali e il personale medico, in conformità con le Convenzioni di Ginevra.
Il funzionario ha avvertito che il settore sanitario in questo territorio sta affrontando un collasso totale a causa del blocco e della grave carenza di medicinali e forniture, una situazione che sta ostacolando l’esecuzione di centinaia di interventi chirurgici urgenti.
Ha inoltre messo in guardia contro la diffusione di epidemie a causa dell’acqua contaminata e della mancanza di strumenti igienici di base.
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