I cubani hanno constatato che l’informazione brindata non permette di sostentare le ipotesi degli ipotetici attacchi alla salute ed il danno cerebrale suggeriti dal Dipartimento di Stato come spiegazione dei sintomi che adducono i diplomatici.
Secondo gli investigatori, con gli argomenti scambiati non è possibile dimostrare l’esistenza di una nuova sindrome medica neurologica di lesione cerebrale, né affermare che si sia potuto produrre un danno cerebrale del tipo originato da colpi alla testa.
Inoltre, gli specialisti hanno osservato che le evidenze mediche presentate hanno limitazioni serie.
In seguito, hanno aggiunto che la maggioranza dei casi descritti presentano sintomi come mal di testa, nausee, cefalee, confusioni soggettive dell’equilibrio e del sonno, prodotti da confusioni funzionali e malattie come l’ipertensione, stress, e molti altre di alta prevalenza negli Stati Uniti e nel mondo.
Secondo gli esperti, le prove neuropsicologiche, considerate più obiettive, sono state valutate con criteri inusuali che, applicati ad un gruppo di individui sani, qualificherebbe quasi tutti come malati.
D’accordo con quanto riportato, si sono incontrati solo tre individui con perdite uditive leggere o moderate, ma ognuno con audiogrammi che concordano con malattie diverse e probabilmente preesistenti.
La delegazione cubana ha respinto categoricamente l’uso del termine “attacco” senza che esista nessuna evidenza per il suo sostentamento, inoltre ha manifestato la sua volontà di cooperazione ed ha ricordato che è un interesse prioritario incontrare una spiegazione alle notizie descritte.
Inoltre, gli investigatori cubani si sono dispiaciutati dell’assenza di accesso all’informazione clinica ed ai medici che hanno valutato il personale diplomatico che ha riportato i sintomi di salute dal 2016.
Il gruppo multidisciplinare cubano è stato integrato dai membri di un pannello dell’Accademia di Scienze di Cuba e diretto da Johana Tablada, vice direttrice generale degli Stati Uniti della Cancelleria dell’isola e l’ambasciatore cubano a Washington, Josè R. Cabañas.
Il gruppo statunitense è stato presieduto da Kenneth Merten, segretario assistente principale per l’Emisfero Occidentale, ed integrato da personale medico del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Prima di riunirsi coi loro omologhi nordamericani, gli esperti cubani hanno esaminato la scarsa informazione sui supposti incidenti consegnata dall’ambasciata degli Stati Uniti e le pubblicazioni realizzate da medici dell’Università della Pennsylvania, specialmente un articolo pubblicato dalla Rivista dell’Associazione Medica Americana e le conclusioni delle investigazioni della polizia che, a parte, hanno sviluppato anche le autorità del Ministero dell’Interno di Cuba e l’Ufficio Federale di Investigazioni (FBI) degli USA
Gli studi scientifici, le investigazioni della polizia cubana e dell’FBI, come l’informazione condivisa dal Dipartimento di Stato, indicano l’assenza di evidenze di qualsiasi tipo di attacco o atto deliberato.
Tuttavia, il gruppo medico cubano considera che la celebrazione della riunione ha costituito un passo insufficiente, ma positivo. Fino al momento, lo scambio scientifico e medico era accaduto solamente in forma indiretta, mediante la pubblicazione di articoli scientifici, dichiarazioni politiche e deplorevoli filtrazioni alla stampa.
Il gruppo cubano ha presentato l’invito al gruppo di investigatori statunitensi per sostenere a L’Avana un altro scambio scientifico in un prossimo futuro, nel quale partecipino anche i professionisti che hanno curato direttamente i diplomatici statunitensi.
Martha Andres Roman, corrispondente di Prensa Latina negli Stati Uniti