In una dichiarazione ufficiale, il vice primo ministro e Ministro degli Affari Esteri Ayman Safadi ha elogiato gli sforzi diplomatici profusi da Egitto, Qatar e Stati Uniti, nonché il sostegno della Turchia, nella mediazione che ha reso possibile il raggiungimento di un consenso tra le parti.
Safadi ha sottolineato l’urgente necessità di attuare pienamente l’accordo, che prevede il graduale ritiro delle forze israeliane, la facilitazione dello scambio di prigionieri e la consegna senza ostacoli di aiuti umanitari, al fine di alleviare la carestia e la devastazione causate da due anni di aggressione contro Gaza.
Giordania ha ribadito la sua disponibilità a riprendere l’invio di convogli di aiuti umanitari, in coordinamento con le organizzazioni internazionali e le agenzie delle Nazioni Unite, a condizione che Israele revochi le restrizioni di accesso e garantisca un transito sicuro in conformità con il diritto internazionale umanitario.
Il Ministro degli Esteri giordano ha avvertito che solo una soluzione politica sostenibile può porre fine alle ostilità e aprire la strada a una pace duratura nella regione.
A questo proposito, ha ribadito l’impegno di Amman per una soluzione basata sulla creazione di uno Stato palestinese indipendente, sovrano e vitale entro i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Orientale come capitale, in conformità con le risoluzioni internazionali e l’Iniziativa di Pace Araba.
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