I ripetuti ritardi della Corte, da quando la petizione è stata presentata nel settembre del 2024, costituiscono un affronto al diritto internazionale ed alla libertà di stampa, ha affermato il Centro in un comunicato stampa.
L’ingresso dei giornalisti a Gaza è essenziale per coprire la terribile situazione umanitaria e dei diritti umani che i suoi residenti devono affrontare, ha affermato.
Inoltre, ha ribadito che ostacolare il loro accesso costituisce una violazione delle convenzioni internazionali sulla libertà di stampa e del diritto della comunità internazionale all’accesso alle informazioni.
La Corte ha deciso di concedere al governo un’ulteriore proroga di dieci giorni e ha rinviato la sua decisione al 4 dicembre.
L’Associazione della Stampa Estera in Israele ha criticato la decisione della corte suprema israeliana.
Il mese scorso, il Forum dei Giornalisti Palestinesi ha denunciato la strategia del governo di Benjamin Netanyahu, che vuole “nascondere la verità ed insabbiare i suoi crimini contro i civili”.
Ha osservato che il ritardo israeliano riflette la deliberata intenzione di limitare l’informazione sulla Striscia di Gaza.
Anche il Sindacato dei Giornalisti Palestinesi ha criticato la sentenza della corte in una dichiarazione, ritenendola complice del governo e dei servizi di sicurezza israeliani.
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