Le udienze si sono svolte tra l’11 ed il 13 novembre e tra il 26 ed il 29 novembre, nel rigoroso rispetto dei diritti procedurali riconosciuti dalla Costituzione della Repubblica e dalla Legge di Procedura Penale, come riconosciuto sia dall’imputato che dalla sua difesa.
Nel primo caso, Gil Fernández, che ha ricoperto la carica di Vice Primo Ministro e Ministro dell’Economia e della Pianificazione, è stato riconosciuto colpevole di spionaggio, atti lesivi dell’attività economica, corruzione, furto e danneggiamento di documenti in custodia ufficiale, violazione dei sigilli ufficiali e violazione delle norme a tutela delle informazioni classificate. Questi ultimi reati sono stati commessi ripetutamente.
Secondo la Corte Suprema del Popolo, la gravità dei reati, in particolare la trasmissione di informazioni classificate ai servizi segreti stranieri, giustificava la pena massima: l’ergastolo.
Nel secondo processo, è stato riconosciuto colpevole di corruzione continuata come mezzo per falsificare documenti pubblici, traffico di influenze illecite ed evasione fiscale continua, per i quali è stato condannato a 20 anni di carcere.
In entrambi i casi, la Corte ha imposto ulteriori pene, tra cui la confisca dei beni, l’interdizione a tempo indeterminato dal ricoprire incarichi che comportino l’amministrazione di risorse umane, materiali o finanziarie e la privazione dei diritti pubblici.
La sentenza sottolinea che l’imputato, attraverso azioni “corrotte e ingannevoli”, ha sfruttato le sue responsabilità istituzionali per ottenere vantaggi personali, ricevere denaro da società straniere, corrompere altri funzionari e legittimare l’acquisizione irregolare di beni.
La sua condotta, si legge nella dichiarazione, ha danneggiato l’economia nazionale e ha costituito un tradimento contro la patria, definito dall’articolo 4 della Costituzione come “il più grave dei crimini”.
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