Venerdì scorso, l’ex vicepresidente si è presentato online dal carcere di El Encuentro, nella provincia di Santa Elena, dove è detenuto dal 10 novembre, all’udienza di habeas corpus richiesta dalla sua difesa per chiedere il suo trasferimento in ospedale.
Secondo il suo avvocato, Sonia Vera, il fatto che le autorità non lo abbiano portato all’udienza viola il principio di “custodia cautelare attuale” nei procedimenti di habeas corpus, che consente al giudice di esercitare un controllo diretto sulla situazione reale della persona privata della libertà.
“Le udienze online in tribunale non sono la regola, ma un’eccezione che deve essere espressamente giustificata dallo stato ed essere compatibile con un efficace controllo giudiziario”, ha sottolineato Vera.
Durante la sua udienza, Glas ha dichiarato che il suo trasferimento al carcere di Encuentro, ancora in costruzione, era dovuto a uno “spettacolo politico-mediatico” e ha affermato di aver subito trattamenti degradanti che hanno peggiorato la sua salute.
“Dobbiamo smantellare l’errore dell’assistenza medica, che consiste solo nel venire a misurare la pressione sanguigna e i livelli di ossigeno nel sangue”, ha aggiunto l’ex funzionario.
Ha affermato di subire torture psicologiche sistematiche che includono rumori industriali ed abusi verbali.
Ha spiegato che nella struttura viene acceso un aspiratore d’aria, che produce un suono simile a quello di una fabbrica, e viene lasciato in funzione fino a 16 ore consecutive.
“Sono a pezzi”, ha confessato, raccontando come, nelle prime ore del mattino, il personale di custodia bussi alle porte, gridi insulti e costringa gli altri detenuti a fare la doccia alle 3:00.
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