Ogni promessa deve essere mantenuta, ha detto recentemente uno dei suoi ministri, e Bolsonaro ha firmato questo martedì 15 gennaio il decreto per flessibilizzare il possesso di armi in una nazione con più di 500.000 assassinati in 10 anni.
“Il popolo ha deciso di comprare armi ed approvvigionamenti e noi non possiamo togliergli la possibilità”, ha detto Bolsonaro, dopo avere firmato la disposizione in una breve cerimonia nel Palazzo di Planalto (sede presidenziale) che ha contato con la presenza di ministri e collaboratori.
Mostrando una penna a sfera e firmando il decreto, il politico di estrema destra ha detto: “come sovranamente ha deciso il popolo, in occasione del referendum del 2005, per assicurare questo diritto legittimo alla difesa, io come presidente uso questa arma”.
L’Atlante della Violenza 2018, pubblicato dall’Istituto di Governo di Brasilia, ha rivelato che con 30,3 morti intenzionali ogni 100.000 abitanti, questo gigante paese sud-americano si è trasformato in uno dei più pericolosi del mondo.
Questo numero risulta essere il 26% superiore a quello registrato nella decade anteriore.
Le cifre non mentono. Solo nel 2016 ci sono state 62.517 morti violente, nella loro maggioranza giovani neri brasiliani tra i 15 ed i 29 anni, in situazione di povertà. Questo settore di popolazione ha avuto un allarmante tasso di omicidi di 281 ogni 100.000 abitanti. Lontano da qualsiasi riflessione e senza paura delle conseguenze, Bolsonaro ha specificato nel suo programma elettorale che le armi sono “oggetti inerti che possono essere usati per ammazzare o salvare vite”.
E come sempre ha fatto allusione agli Stati Uniti ed ad altre nazioni (Norvegia, Germania e Svizzera), dove esistono “armi in quasi tutte le case”, ma registrano indici di violenza minori del Brasile.
Dopo, quale sceriffo dal grilletto allegro, l’ex militare ha dichiarato nella sua prima intervista in televisione, dopo aver vinto le elezioni di ottobre: “dobbiamo smettere con questo atteggiamento politicamente corretto di dire che deporre le armi farà del Brasile un luogo più sicuro, perché non è così”.
Quattro mesi più tardi ha aperto la Scatola di Pandora e delle pallottole, e “le persone decenti”, secondo la sua irrazionale proposta, avranno almeno due armi in casa per difendersi dagli altri, che saranno anche armati.
Quasi sicuramente, Bolsonaro distruggerà la Legge Federale dello Statuto del Disarmo, instaurata nel 2003 che sebbene non si applica integramente, costituisce un muro di contenimento per le pratiche e la burocrazia aggiunte che ostacolano, quasi sempre, la possibilità di ottenere e registrare un’arma.
Tale disposizione, ratificata dall’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, proibisce il trasporto di armi per i civili, ad eccezione dei casi in cui ci sia una necessità reale.
Due anni fa, agenti dell’ordine brasiliani hanno assassinato 5144 persone, cifra che ha rappresentato un aumento del 20% in relazione col calendario anteriore. D’accordo con i ricercatori, le armi non inibiscono il crimine, bensì, perfino, lo rendono più letale.
Il riconosciuto commentatore politico Gilvandro Filho ha affermato che il “gruppo parlamentare della pallottola” ha vari rappresentanti e figliocci nel Governo, e nella base di appoggio del “bolsonarismo”, ha riflettuto l’editorialista.
Ha considerato che il “bolsonarismo” e la corsa agli armamenti suonano come anime gemelle.
Mezzi giornalistici assicurano che le azioni del fabbricante nazionale di armi Forgi Taurus sono aumentate vertiginosamente oltre il 400% prima delle elezioni presidenziali, tenendo in conto che la vittoria di Bolsonaro avrebbe aperto la strada per un incremento di vendite.
Altre fonti indicano che anche l’ascesa al potere dell’ex officiale ha migliorato la presenza del popolo nelle accademie di tiro. Ora molti brasiliani sembrano interessati ad imparare ad impugnare un’arma e sparare.
Con la firma del decreto nessuno sa con certezza quanto aumenterà il registro delle armi. Nel 2017 c’erano 42.387 nuovi apparati bellici controllati dalla polizia brasiliana.
Preoccupa che, come se fossero riso, caffè o pane, d’ora in poi si potranno vendere nei mercati illegali o no del Brasile, le pallottole che stroncheranno le vite di persone innocenti.
Osvaldo Cardosa, corrispondente di Prensa Latina in Brasile