Varie fonti hanno denunciato il ruolo della Colombia come base di operazioni dei piani golpisti statunitensi, nei quali paramilitari e mercenari sembrano avere un ruolo da protagonisti.
In dicembre scorso, Maduro ha denunciato che in territorio vicino si allenano 734 mercenari, tra colombiani e venezuelani, nel municipio di Toña, dipartimento Nord di Santander, per produrre in qualunque momento degli attacchi violenti, simulando di essere forze venezuelane.
Ha aggiunto che le azioni si provocherebbero con attacchi ai comandi della zona 11, del dipartimento di Zulia; e della zona 63, di Amazonas; ed anche a Tachira.
Alla presenza dei mercenari nella base militare di Tolemaida, a Melgar, nel dipartimento di Tolima, in territorio colombiano, come è stato denunciato più volte, esistono prove di allenamenti di una forza di 4000 soldati irregolari nella selva colombiana, col proposito di partecipare ed appoggiare “un’azione umanitaria” in una nazione vicina.
Nel 2018, quando c’è stata la crisi che ha affrontato Qatar ed altre nazioni arabe, il Governo del Qatar ha confermato che Black Waters (BW, compagnia paramilitare statunitense) ha allenato circa 15 mila impiegati, “e gran parte di loro erano di nazionalità colombiana e sudamericana”.
In quell’occasione, il quotidiano The New York Times ha rivelato i dettagli di quello che stava succedendo che ora, presumibilmente, si trasporta alla frontiera colombo-venezuelana, dato che i paramilitari, sicari del narcotraffico ed altri elementi “che sembrano non essere vincolati a nessun governo della regione” si uniscono ai piani contro la patria di Bolivar.
Non è strano che nel contesto sia presente Black Waters, poiché questo è un negozio spinto dalla Casa Bianca e dalle industrie petrolifere statunitensi, che sono promosse da John Bolton, consulente di Sicurezza Nazionale del governo di Donald Trump.
BW si muove per tutto il mondo con impunità, con armamenti di ultima tecnologia e con mercenari di nazioni differenti.
Inoltre, bisogna tenere in conto, secondo gli analisti del tema, la presenza in territorio colombiano limitrofo col Venezuela dei denominati “Caschi Bianchi”, ben conosciuti per la loro triste attuazione nell’aggressione contro Siria, ora con un componente argentino per partecipare all’invasione “umanitaria” contro Venezuela.
A questo si unisce, l’arrivo in Brasile di più di un centinaio di militari israeliani con l’ipotetico obiettivo di aiutare nei riscatti di centinaia di desaparecidos dopo la rottura di una diga di sbarramento, che ha coperto di fango al suo passaggio una zona di questo paese.
Ma, secondo la versione digitale della pubblicazione Diario Registrado, alcuni vincolano questo arrivo di militari con la situazione in Venezuela e lo vedono come una minaccia, soprattutto quando il territorio brasiliano è stato scenario di manovre di prova di un’invasione militare nascosta sotto l’eufemismo di “umanitaria”.
Luis Beaton, giornalista di Prensa Latina