Le leggi panamensi ammettono l’impiego a partire dai 14 anni di età, nonostante le precarie condizioni della povertà ed indigenza del decimo paese più disuguale del mondo obbligano a che tutti i membri delle famiglie aiutino nella ricerca del sostentamento giornaliero.
Nonostante, l’investigazione si ampliò fino ai 17 anni, ma nel segmento tollerato dal codice solo si incontra il 24% del campione, e la maggioranza abbandonò totalmente gli studi.
L’Inchiesta sul Lavoro Infantile 2016, realizzata dall’Istituto Nazionale delle Statistiche e Censimento, definì la popolazione intervistata come bambini ed adolescenti occupati nella produzione economica ufficiale, che realizzano qualunque attività dentro il paese.
Sono i bambini o gli adolescenti maschi che si inseriscono maggiormente nei lavori, con una media di 2,83 per ogni bambina o adolescente, ed appena una piccola percentuale del totale assiste alla scuola; inoltre il lavoro infantile predomina nelle zone rurali ed indigene, dove si concentra la povertà.
La Comarca Ngabe Buglé e la vicina provincia di Bocas del Toro, entrambe nell’ovest del paese, concentrano la maggiore cifra rivelata dallo studio, che è anche alta nella provincia di Panama, compresa la capitale.
Agricoltura, pesca, servizi e commercio sono i principali rami che occupano i bambini che realizzano anche lavori nella costruzione e nei trasporti, e nell’adempimento del lavoro nero, 3705 bambini o adolescenti riceverono lesioni fisiche per incidenti.
Ig/orm