martedì 26 Novembre 2024
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Manovra giudiziaria evidenzia paura elettorale al trionfo del MAS in Bolivia

La paura di una nuova vittoria elettorale del Movimento al Socialismo (MAS) si profila oggi dopo l'ampliamento delle investigazioni contro il suo candidato presidenziale, Luis Arce Catacora, e gli attacchi conservatori contro la nomina. 

 
Allo stesso tempo, nel gruppo di quelli che hanno preparato le condizioni ed hanno appoggiato il golpe che ha obbligato Evo Morales a rinunciare alla presidenza, crescono i rimproveri contro la repressione e l’uso del tribunale come minaccia contro ex funzionari delle governo Morales e dirigenti del suo partito. 
 
Non sono trascorse 24 ore dalla nomina del binomio del MAS, che è integrato da Luis Arce Catacora ed il postulante alla vicepresidenza, David Choquehuanca, quando il Pubblico Ministero ha ampliato le indagini contro il primo e contro Juan Ramon Quintana, ex ministro di Morales e rifugiato nell’ambasciata del Messico. 
 
La procura sostiene l’ipotesi che, per avere integrato entrambi la direzione del Fondo Indigeno, un organismo di appoggio finanziario all’agricoltura, sarebbero responsabili di presunte gestioni irregolari e per questo motivo saranno investigati come possibili autori dei delitti di contratti lesivi per lo Stato e legittimazione di guadagni illeciti, tra gli altri. 
 
La pubblico ministero Heidi Gil, incaricata del caso, ha dichiarato che Quintana ed Arce avevano la facoltà di controllare le operazioni del fondo e scoprire le supposte irregolarità, senza citare maggiori elementi. 
 
Col sistema di giustizia aggiustato ai suoi ordini -secondo quanto hanno segnalato anche analisti contrari al MAS – il governo de facto utilizza accuse di terrorismo, sedizione e corruzione, per arrestare illegalmente gli ex funzionari, i dirigenti sociali e gli oppositori in generale, e sottometterli a processo con accuse immaginarie. 
 
La manovra contro Arce sembra dare la ragione a quelli che, sia dei MAS che di altre posizioni, considerano che nel clima di repressione generalizzata regnante, non ci sono le condizioni democratiche piene per i nuovi suffragi, convocati per il 3 maggio. 
 
La paura del potenziale elettorale del MAS si può anche vedere negli appelli di Jeanine Añez affinché non si disperdano le forze conservatrici che lei chiama democratiche, e formare un solo blocco elettorale per affrontare il partito di Morales. 
 
L’esortazione non ha trovato eco e l’ex governante Jorge Quiroga, erede politico dell’ex dittatore Hugo Banzer, si è pronunciato contrario al sommarsi ad un fronte ed ha sostenuto che, in ogni caso, il voto contro il MAS deve concentrarsi a suo favore, benché i sondaggi pre-elettorali gli assegnino meno del 2% di appoggio. 
 
Frattanto, nella città orientale di Santa Cruz, l’ex dirigente regionale e riconosciuto razzista Luis Fernando Camacho, candidato presidenziale di estrema destra, ha reagito iracondo davanti alla nomina dei candidati del MAS: ha dichiarato che nella formula elettorale del MAS, diretta da un ex ministro d’economia non indigena di successo , “la rinnovazione non esiste, sono sempre gli stessi”, alludendo al fatto che Arce e Choquehuanca sono stati collaboratori molto importanti del governo di Evo Morales. 
 

Manuel Robles Sosa, giornalista di Prensa Latina

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