“Abbiamo inviato formalmente una lettera all’ONU, nella quale chiediamo che invii una delegazione per investigare quanto successo a Khan Shaikhoun, ma ovviamente fino al momento non l’hanno inviata, poiché Occidente e gli USA hanno bloccato l’arrivo di qualsiasi delegazione”, denunciò il mandatario.
Se gli esperti arrivassero a quella località “scoprirebbero che tutti i racconti dell’Occidente su quanto accaduto a Khan Shaikhoun e dopo l’attacco contro la base aerea di Sheyirat sono stati una bandiera falsa, una menzogna”, sottolineò Al Assad.
In questo senso, ricordò che dopo il primo attacco chimico che i terroristi perpetrarono vari anni fa ad Aleppo contro le forze governative, anche Damasco aveva sollecitato alle Nazioni Unite che inviassero degli esperti per portare a termine un’investigazione.
“Ci furono in seguito molti casi simili, ma l’ONU non inviò mai nessuna delegazione in Siria, la stessa cosa sta succedendo adesso”, precisò il presidente.
“Consideriamo che è una provocazione per una ragione molto semplice: se ci fosse stata una fuga di gas o un attacco, e si dice che lì sono morte 60 persone, come la città potrebbe vivere senza problemi?”, si è chiesto Al Assad.
Nell’intervista, il mandatario espose dettagli della manipolazione ed il ruolo che al riguardo giocarono i chiamati Caschi Bianchi, chiaramente concordi per i loro vincoli col gruppo terrorista Fronte per la Liberazione del Levante, ex Al Nusra.
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