La capa della diplomazia colombiana ha partecipato il giorno prima ad una riunione virtuale del Gruppo di Lima, i cui membri non riconoscono la legittimità del presidente Nicolas Maduro e sostengono gli Stati Uniti nella loro politica per un cambio di regime nella nazione sudamericana, secondo le denunce dell’esecutivo bolivariano.
Durante l’incontro, il ministro degli Affari Esteri della Colombia ha chiesto alla Corte Penale Internazionale (CPI) di portare avanti le indagini contro il “regime venezuelano” e respingere le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale.
A questo proposito, il ministro degli Esteri venezuelano ha respinto le proposte di Blum, mettendo in dubbio la sua conoscenza dei poteri della CPI.
“Preoccupante! Qualche buon giurista colombiano dovrebbe prendersi il tempo e la fatica di addestrare la Cancelliera in merito alla Corte Penale Internazionale, al suo ruolo ed ai poteri ai sensi dello Statuto di Roma. Forse dovrebbe iniziare con lezioni minime di diritto penale”, ha scritto Arreaza sul social network Twitter.
La capa delle relazioni estere della Colombia si è nuovamente avvalsa del parere emesso da una cosiddetta missione conoscitiva, su presunte violazioni e crimini contro la popolazione in Venezuela da parte delle autorità.
Secondo il governo venezuelano, l’autoproclamato Gruppo di Lima ha promosso il lavoro della commissione che operava fuori dal Paese con finalità contrarie alla squadra nominata dall’Alta Commissaria Michelle Bachelet.
L’esecutivo venezuelano ha denunciato la natura faziosa e politicizzata del documento, parte di un’operazione di propaganda volta a far passare la sentenza nell’ambito del lavoro dell’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, al fine di giustificare un’aggressione militare contro Venezuela.
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