In dichiarazioni a Caracol Radio, l’arcivescovo di Cali ha esatto liberare il processo delle negoziazioni con questo movimento ribelle, praticamente paralizzato dal 30 marzo quando entrambe le parti (Governo e guerriglia) promisero in Venezuela installare un tavolo di accordo a Quito, in Ecuador, a partire da un’agenda di sei punti.
Monsalve ha criticato quello che considera una personalizzazione del tema delle ritenzioni con l’esigenza del governo affinché l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) liberi all’ex congressista Odin Sanchez.
Secondo lui sarebbe prudente trattare questo tema ed altre questioni come gli indulti dei guerriglieri su un piano giuridico stabile, come risultato di un lavoro di commissioni alla ricerca di una soluzione di fondo e definitiva, non provvisoria.
Dopo l’annuncio a Caracas sulla decisione di entrambe le parti per cominciare conversazioni formali, il presidente Juan Manuel Santos condizionò l’apertura dello spazio di incontro per la pace alla liberazione di Sanchez, mentre l’ELN hanno respinto condizionamenti previ alle riunioni ufficiali, che sono state precedute da contatti esploratotivi.
Nonostante il disaccordo, sia il governo che il gruppo ribelle manifestarono la loro disposizione per ritrovarsi nuovamente a Quito il prossimo 10 gennaio.
Ig/ap