In un’intervista col canale di televisione El Ciudadano, la ministra sottolineò avanzamenti in materia sociale che risultano innegabili, a dispetto delle critiche di gruppi opposti al governo alle politiche del presidente, Rafael Correa, ed alla sua squadra.
In quanto al lavoro, la ministra si riferì ai passi significativi per dare sicurezza, stabilità e dignità ai lavoratori e ricordò che quando cominciò la Rivoluzione Cittadina, nel 2007, il salario di base era di 160 dollari e nel 2016, è di 366.
“Nel 2016 abbiamo duplicato il numero di persone con accesso alla previdenza sociale, fatto che significa accedere a prestazioni di salute, potere avere una vecchiaia degna, con una pensione che permetta di affrontare la vita”, specificò.
La lotta per dare alla donna un luogo giusto ed equo nella società, è anche una delle pietre miliari che parla di un Ecuador che già cambiò, assicurò.
Tipificare il femminicidio, dopo una lotta storica, avere quasi la metà dei seggi dell’Assemblea Nazionale ed un gruppo importante di ministri, contano anche tra i principali avanzamenti.
“Abbiamo rivoluzionato il paese (…) Il paese cambiò. L’Ecuador della prostrazione, della frustrazione e della vergogna rimase nel passato, oggi abbiamo un paese che può sognare nel futuro”, ha concluso.
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