La sentenza emessa ieri considera che i proprietari delle piantagioni di banano di questa zona di Antoquia finanziarono l’espansione di un fronte paramilitare come risultato di un accordo.
In un documento di 125 pagine, la Procura lasciò chiaro che questi finanziamenti non furono prodotto dell’estorsione, bensì di un patto che permise di costituire tutta l’impalcatura logistica ed economica per mettere in funzione il paramilitarismo e di conseguenza seminare il terrore nell’Urabà, commentò il quotidiano El Tiempo.
Il pubblico ministero del caso chiarì che benché l’investigazione in questione si limiti al fatto accaduto a Urabà, la stessa tesi potrebbe applicarsi anche in altre zone geografiche, dove i paramilitari sono responsabili di un’infinità di atti criminali.
La struttura paramilitare è colpevole di assassinati selettivi, casi di sparizione forzata, spostamenti della popolazione civile dai suoi luoghi di origine, reclutamento illecito di minorenni e torture, precisò il portale digitale El Espectador.
Tale giudizio coincide con denunce dei difensori dei diritti umani e politici su un incremento e rivitalizzazione del paramilitarismo in vari dipartimenti colombiani, flagello a cui attribuiscono lo sterminio di leader sociali e militanti della piattaforma Marcha Patriotica (MP).
Benché il Governo ammetta la morte di mezzo centinaio di dirigenti comunitari ed attivisti di sinistra durante il 2016, Marcha Patriotica afferma che il numero di vittime è superiore.
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