venerdì 26 Luglio 2024
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Guantanamo, la spina che lacera la sovranità cubana

Come conseguenza di una storia centenaria di lotte per l’indipendenza piena, l’identità di Cuba e la nazione hanno oggi  in loro stesse una delle loro essenze nell’emancipazione, che viene assunta come una corrente d’azione e di pensiero.

Tuttavia, è da più di un secolo che c’è una base straniera che ha  menomato questa essenza nazionale, cioè la base navale di Guantanamo, mantenuta dagli Stati Uniti, a sud della regione orientale del paese.

Cuba considera che questa istallazione sia illegale, oltre a essere una violazione alla sua integrità territoriale. La base nordamericana di Guantanamo ha un’estensione di circa 118 chilometri quadrati, in un luogo che dalla sua occupazione è considerato strategico per il controllo del mare dei Caraibi.

Gli Stati Uniti hanno occupato la zona nel 1903 e hanno imposto delle condizioni all’isola per concederle l’indipendenza formale dopo il ritiro delle autorità coloniali spagnole.

Di preciso, è stato tramite la firma di un Convegno per Impianti Carboniferi e Navali che è stato firmato tra i governi statunitense e cubano nelle circostanze in cui il paese caraibico non aveva nessuna indipendenza dovuto ad un appendice inserita nella sua Costituzione, conosciuta come Emendamento Platt.

Questo documento, una vergogna per la nazione cubana, è stato approvato dal Congresso nordamericano e firmato dal Presidente William McKinley in marzo del 1901. D’altronde l’isola era occupata militarmente dai vicini del nord, dopo il loro intervento nella guerra d’indipendenza di Cuba contro la metropoli spagnola. 

Nonostante il rifiuto interno che abbia creato, l’Emendamento Platt è stato inserito come appendice nella Costituzione della Repubblica di Cuba dopo la sua approvazione il 12 giugno 1901 in una sessione dell’Assemblea Costituente, con 16 delegati a favore e 11 contrari. L’adozione di questo testo era una condizione per il ritiro delle truppe statunitensi.

Nei suoi articoli, l’emendamento indicava che Cuba avrebbe affittato agli Stati Uniti estensioni di terra e acqua per stabilire impianti carboniferi o navali per il tempo che fosse necessario. Precisava inoltre che il paese settentrionale avrebbe esercitato giurisdizione e dominio completi in queste zone.

Finalmente in virtù della riferita appendice, in febbraio del 1903 è stato sottoscritto a L’Avana ed a Washington il Convegno per gli Impianti Carboniferi e Navali, che includeva due aree: Guantanamo e Bahia Honda, anche se nell’ultima non si è stabilita una base navale.

Tre decade dopo, come risultato delle lotte del popolo dell’isola, che hanno sconfitto il governo pro nordamericano di Gerardo Machado, è stato firmato un nuovo Trattato di Rapporti tra la Repubblica di Cuba e gli Stati Uniti, che ha derogato l’Emendamento Platt. L’accordo ha escluso definitivamente Bahia Honda come possibile luogo per una base, però ha mantenuto quella di Guantanamo, così come le norme che la reggevano.

Più tardi, nel 1940, una nuova Costituzione promulgata nella maggiore delle Antille ha stabilito che non si sarebbero concertati né ratificati patti che avessero limitato la sovranità nazionale o l’integrità del territorio.

Nonostante, l’oligarchia cubana ha messo tutto il suo interesse affinchè i postulati più avanzati di quella Costituzione non fossero concretati o, almeno, che la loro applicazione fosse ristretta al massimo.

AGGRESSIONI, ASSURDI E VERGOGNA PLANETARIA

Dal 1959, il Governo dell’isola ha denunciato in ripetute opportunità e in diversi scenari internazionali l’occupazione illegale da parte degli Stati Uniti di una porzione di territorio a Guantanamo.

Secondo le autorità della nazione caraibica, a partire da gennaio del menzionato anno, il paese settetrionale ha fatto diventare labase navale un punto di minacce costanti , provocazioni e violazioni della sovranità di Cuba, con lo scopo di mettere ostacoli al processo rivoluzionario.

Inoltre, affermano che durante quasi sei decade l’elenco delle aggressioni include il lancio di materiali infiammabili da aerei provenienti dall’enclave, provocazioni, insulti e spari fatti dai soldati nordamericani, violazioni delle acque e del  territorio di Cuba tramite imbarcazioni e aeronavi militari, così come torture e assassinati della popolazione della zona.

Dati offerti da Cuba indicano che tra il 1962 e il 1966 hanno commesso 8288 violazioni principali dalla base di Guantanamo, tra di loro 6345 aeree, 1333 navali e 610 territoriali. Del totale riferito, 7755 incidenti si sono registrati tra il 1962 ed il 1971.

Dal 1959 fino alla data attuale, solo una volta l’isola ha fatto sì che l’assegno statunitense diventasse parte dell’ingresso nazionale per concetto di affitto del territorio occupato dalla base. Questo è successo nel primo anno del potere rivoluzionario a causa di una confusione, secondo le autorità cubane. A partire dal 1960 non si sono più accettati e sono rimasti come costanza di un’imposizione.

Fino al 1972, il pagamento annuale era di 3386,25 dollari, e dopo i nordamericani lo hanno cambiato arbitrariamente a 3676. Un anno più tardi si è fatta una nuova correzione del valore dell’antico dollaro d’oro, ciò che ha fatto sì che l’ammontare calcolato dal Dipartimento del Tesoro fosse elevato a 4085 dollari annuali, poco più o meno che l’affitto attuale di un appartamento di due camere a Manhattan, in New York.

Questi assegni son emessi dalla Marina degli Stati Uniti e si inviano al Tesoriere generale della Repubblica di Cuba, funzionario che da anni non forma parte della struttura governativa dell’isola.

D’altra parte, nel territorio cubano occupato dalla nazione settentrionale esiste anche una prigione denunciata internazionalmente come un centro di torture ed a favore della sua chiusura si sono pronunciati moltissime personalità e moltissimi organismi di tutto il mondo, inclusi molti statunitensi e l’ONU.

Nel 2002, una porzione della Base di Guantanamo è stata usata per alloggiare prigionieri catturati in Afghanistan sospettosi di avere vincoli con Al-Qaeda.   Precisamente lo status legale della zona occupata è stato uno dei motivi della scelta del luogo per la detenzione d’individui.

Siccome le riferite istallazioni si trovano a Cuba, il Governo del paese settetrionale ha detto che lì i detenuti si trovano legalmente fuori dagli Stati Uniti e perciò, non hanno i diritti costituzionali che avrebbero avuto in caso contrario.

Allo stesso modo, si è comprovato che molti dei prigionieri sono stati trasferiti a Guantanamo in voli segreti della CIA nordamericana, con la complicità dei governi europei.

Notizie e relazioni di diverse istituzioni internazionali indicano che lì si fanno delle pratiche come è l’esposizione dei detenuti a rumori o musica disturbanti, a temperature estreme per periodi prolungati, bastonature e vessazioni di diverso genere.

Secondo i politici nordamericani simili a Gorge W. Bush, l’informazione ottenuta tramite gli interrogatori con metodi violenti nel carcere aiuta ad evitare attentati terroristi.

Così il menzionato ex presidente si è giustificato in un’occasione nel 2010, quando ha affermato inoltre che questa pratica permette salvare delle vite. “Il metodo è duro, però la CIA ha affermato che non produce danni permanenti”, ha detto.

Nonostante l’anteriore amministrazione statunitense, con Barack Obama come presidente, si sia riferita in alcune opportunità alla chiusura della prigione di Guantanamo, queste istallazioni continuano lì, per vergogna planetaria.

Sebbene le autorità nordamericane abbiano parlato della chiusura del centro, non hanno mai menzionato la restituzione del territorio occupato, che è una delle esigenze di Cuba per la normalizzazione dei rapporti bilaterali, un processo che è cominciato in dicembre del 2014.

D’accordo con Michel Strauss, autore del libro “The Leasing of Guantanamo Bay” (2009), dopo una presunta chiusura della prigione, Guantanamo non avrebbe quasi valore per gli Stati Uniti.

In un’intervista concessa alla BBC Mundo e pubblicata in marzo del 2016, il professore e ricercatore ha ricordato che, con i progressi tecnologici, l’approvvigionamento delle navi nella baia non ha più senso e perciò, non è giustificata la presenza della Marina.

Un altro esperto, l’accademico dell’Università di Havard, Jonathan Hansen, ha precisato a Prensa Latina nel 2013 che la prigione è, tra le altre cose, un pretesto per mantenere la presenza militare degli Stati Uniti a Cuba.

Inoltre, il Governo nordamericano cita l’extraterritorialità della base per mantenere lì un centro della sua espressa guerra contro il terrorismo in cui realizza atti proibiti dalle leggi statunitensi, con la scusa aggiunta di preservare la sicurezza nazionale, ha detto.

Nel frattempo, nei grandi mezzi di comunicazione degli Stati Uniti prevale il silenzio sull’occupazione di una parte del territorio cubano, ha aggiunto Hansen.

Da parte sua, il Presidente dell’Istituto di Storia di Cuba, Rene Gonzalez, ha considerato che dal suo campo di studio l’enclave nordamericano a sud della regione orientale dell’isola è un assurdo strategico, militare e politico.

In poche parole, la Base Navale di Guantanamo degli Stati Uniti è un pretesto per mantenere le tensioni, un luogo suscettibile ad essere utilizzato per aggressioni di diversa natura, un insulto alla nazione ed una spina che da 114 anni lacera la sovranità cubana.

 
Luis Antonio Gomez Perez, giornalista della Redazione Nazionale di Prensa Latina

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