In dialogo con Prensa Latina (PL) il principale capo di questo movimento approfondì intorno agli inconvenienti, proiezioni e sfide della chiamata tappa di post-conflitto o post-accordo.
-PL: Come definisce il momento che vive Colombia dopo la firma della pace con le FARC-EP ed il principio dei dialoghi pubblici con l’ELN?
-TJ: Viviamo in quello che potrebbe chiamarsi un periodo di gran agitazione, perfino i nemici più acerrimi della pace percepiscono le conseguenze degli accordi e dei dialoghi con l’insorgenza; nel bene o nel male tutto il paese parla di questo, si osservano nell’orizzonte grandi scosse nel terreno politico, un incremento considerabile della presenza popolare in quell’ambito ed è che temono questa partecipazione, per questo motivo fanno tanto rumore contro la pace.
PL: Il ritardo nelle condizioni dei punti di transito altererà il compimento del programma per il disarmo? Quando le FARC-EP prevedono che culmini l’abbandono delle armi?
-PL: Confida nella possibilità di ottenere una pace completa per Colombia?
-TJ: Questo è l’obiettivo che abbiamo perseguito dal principio della nostra lotta; abbiamo considerato sempre realizzabile la pace con giustizia sociale, democrazia, sovranità, in un paese avviato alla prosperità collettiva.
Se non fossimo rivoluzionari e sognatori che amiamo la nostra nazione ed il suo popolo in questo modo, non avremmo dedicato la vita intera alla ricerca incessante di questa meta.
Ig/ap