Abbiamo la sensazione che i promotori di questo progetto di risoluzione cercano solo creare una base addizionale per il cambiamento di regime, e coi loro obiettivi geopolitici ostacolano gli sforzi di pace, ha fatto notare l’ambasciatore Vladimir Safronkov, poco dopo che vietasse un’iniziativa degli Stati Uniti, Francia e Regno Unito per fissare le sanzioni.
D’accordo col rappresentante permanente alterno della Russia, la troica occidentale utilizza il tema delle armi chimiche per imporre la sua agenda, con la quale tentano di distruggere le azioni diplomatiche e politiche dirette a fermare il conflitto.
Il progetto promosso da Washington, Parigi e Londra nel Consiglio per stabilire sanzioni contro Siria -sotto l’accusa di usare sostanze chimiche – non fu adottato, a partire dal veto della Russia e della Cina, benché lo respingesse anche Bolivia ed altri tre membri si astennero.
Per Safronkov che sei dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza non appoggiassero l’iniziativa, dovrebbe invitare alla riflessione i suoi patrocinatori.
In quello senso, ha insistito in che non sono concludenti le prove presentate dal meccanismo di investigazione congiunto delle Nazioni Unite e l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche che accusò il governo siriano di utilizzare tre volte i gas tossici ed invece il gruppo terrorista Isis lo ha fatto solo una volta.
Abbiamo bisogno di fatti provati e non ipotesi, disse il diplomatico, che ricordò che già Mosca aveva esposto nel passato i suoi dubbi sull’obiettività del processo.
Secondo Safronkov, Occidente ha fatto pressione sugli investigatori affinché abbandonassero l’imparzialità e l’obiettività.
Tutto sembra indicare che l’unica intenzione era incolpare Siria sull’uso delle armi chimiche, per cercare di accelerare gli sforzi per il cambiamento di regime, affermò.
D’altra parte, l’ambasciatore russo segnalò che le sanzioni sia finanziarie che di un altro tipo promosse dagli Stati Uniti, Francia e Regno Unito oltre ad essere inadeguate, arrivano in un momento sbagliato.
La settimana scorsa, delegazioni del governo e degli oppositori siriani riannodarono a Ginevra le negoziazioni di pace auspicate dall’ONU.
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