venerdì 26 Luglio 2024
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Un’altra farsa mediatica contro Siria

La banalizzazione della realtà sociale e la morbosa presentazione del dolore altrui, raggiungono i toni della farsa generalizzata nel conferimento di un Oscar al documentale White Heltmes (Caschi Bianchi) ed i suoi ruoli in Siria. 

 
Tanto a Damasco come in qualunque zona che vive la spietata guerra imposta a questa nazione del Levante, la notizia causò un commento drammatico, non solo per la manipolazione dei fatti e delle scene, bensì per le oscure ed insensate argomentazioni. 
 
Khaled Khateeb, uno degli autori del documentario, con appena mezz’ora di durata, non ha potuto assistere alla cerimonia prevista perché il Dipartimento di Sicurezza Nazionale statunitense bloccò l’entrata alla nazione sede della cerimonia dal 1929. 
 
Gli organizzatori dell’Oscar, un tradizionale premio annuale dell’Accademia delle Arti e delle Scienze cinematografiche degli Stati Uniti, non diedero spiegazioni e solamente si limitarono a promuovere nella loro pagina web che i “Caschi Bianchi” “sono volontari civile neutrali” che hanno salvato 60 mila vite in Siria dal 2013. 
 
Molto meno si allude come antecedenti o argomentazioni “a beneficio del cortometraggio” che in aprile dell’anno scorso, uno dei dirigenti dell’organizzazione, Raed Saleh, non è potuto entrare negli Stati Uniti proveniente dalla Turchia per ricevere un premio umanitario perché a Washington i doganieri l’obbligarono a ritornare affermando che il suo visto era stato cancellato. 
 
Questi fatti, ammessi o no dai grandi mezzi di comunicazione del mondo occidentale, rappresentano una chiara tendenza verso il simulacro e la società dello spettacolo come una realtà innegabile nel mondo attuale nella quale viviamo. 
 
Per smontare la farsa ci sono sufficienti elementi, conosciuti e non detti dalle autorità statunitensi, ma che esistono e dimostrano l’insensato azionare della manipolazione mediatica attraverso la bugia e la presentazione di ricette, ognuna più falsa, inutile e offensiva come parte del simulacro politico per distruggere Siria e svisare qualunque valore umano. 
 
I chiamati Caschi Bianchi che dopo adottarono il nome di Difesa Civile Siriana, furono creati alla fine del 2012 da James Le Mesurier, ex ufficiale dell’Esercito britannico che incominciò ad allenare i primi “difensori civili” in Turchia. 
 
Agiscono nei territori controllati dall’opposizione estremista armata, soprattutto l’Esercito per la Conquista del Levante, in altri tempi Al Nusra, ed affermano che “salvano gente delle due parti del conflitto”, ma non includono i simpatizzanti al governo siriano. 
 
In questo senso, il documentario premiato presenta vari caschi bianchi inframmischiati con membri della banda armata che cattura un “maiale di Assad”, così lo definiscono nella narrazione. 
 
Ci sono ancora più elementi per stimare la manipolazione perché questo gruppo riceve donazioni dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) che assicura avere consegnato loro più di 23 milioni di dollari, come di governi di paesi come Regno Unito, Danimarca e Giappone, e di organizzazioni vincolate col magnate George Soros, secondo denunce pubbliche reiterate non solo a partire dalla Siria. 
 
Un’argomentazione in più: Prensa Latina ha potuto comprovare ad Aleppo, sulla base di testimonianze e racconti spontanei, che i Caschi Bianchi agivano nei quartieri orientali senza limitazioni e vicino alle unità del Fronte Al Nusra e per loro, i siriani nella zona occidentale della città controllate dall’esercito siriano, erano fuori “dalla loro presunta portata umanitaria dei lavori”. 
 
Un’altra volta, l’industria del cinema statunitense continua ad essere ingiusta sulla base dell’intrecciato dell’esibizione della disuguaglianza col divertimento più alienante, e la morbosa presentazione del dolore altrui. 
 
Missione Impossibile, John Wick, Batman, Superman, La Donna Meraviglia o qualunque altra “opera cinematografica” destinata all’esacerbazione del mito del potere degli Stati Uniti, si sintetizza in un premio concesso al documentale “Caschi Bianchi”, una manipolazione mediatica in più destinata a svisare i valori umani in onore degli interessi politici. 
 
Pedro Garcia Hernandez, corrispondente in Siria di Prensa Latina 

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