In questo senso, precisò, quello che succede in Siria è un conflitto tra paesi che desiderano preservare la legge internazionale, comandati da Russia e Cina ed altri che violano questa legge mediante l’appoggio ai gruppi terroristi e l’ingerenza nei temi interni della nostra nazione.
“Siria è disposta a dialogare con tutti a condizione che si depongano le armi e si compromettano con la costituzione”, indicò Assad, aggregando che “il processo di riconciliazione conta sull’appoggio del popolo ed ha avuto risultati positivi per preservare numerose vite e proteggere molte zone”.
Senza quell’appoggio, lo Stato non sarebbe stato capace di proseguire nella lotta contro l’estremismo e l’ingerenza dall’estero, sottolineò il mandatario nel dialogo con la delegazione guidata da Vladimir Vasiliev, vicepresidente del Consiglio della Duma Statale russa (camera bassa).
Quello che distingue questa rappresentazione, indicò, è che è una delegazione congiunta tra Russia ed Europa, e pertanto costituisce un’opportunità utile per intavolare il dialogo sulle politiche dei loro rispettivi paesi in quanto a quello che succede in Siria.
Da parte sua, i parlamentari emersero in forma unanime l’importanza di unire gli sforzi internazionali per combattere il terrorismo e segnalarono che le posizioni di alcuni paesi europei stanno cambiando, specialmente quando i funzionari europei hanno percepito il pericolo del terrorismo nei loro paesi.
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