Secondo fonti ufficiali che preferirono l’anonimato, la minorenne spirò all’alba in una clinica di Galveston, in Texas, nonostante le attenzioni disperse per il suo recupero da uno stato molto delicato, dovuto alle scottature di alto grado che colpirono organi vitali nel suo organismo.
Il decesso della bambina è accaduto 15 giorni dopo essersi dibattuta tra la vita e la morte per l’impatto del fuoco, scatenato l’8 marzo, nel salone nel quale fu rinchiusa da agenti della polizia e custodi del rifugio insieme ad altre 51, in rappresaglia per cercare di scappare dai trattamenti di tortura che ricevevano.
Risultato della prigionia, e della disattenzione alle chiamate di aiuto delle bambine e delle adolescenti, come dei segni di fumo, almeno 19 morirono riarse nel luogo ed ad queste se ne sommarono altre 21 che agonizzarono fino alla morte in ospedali di questo paese.
“Sembra che ci sia stata un’intenzionalità di permettere la morte di queste bambine, ed in maniera perversa, per le molte denunce che ci sono state”, dichiarò il deputato Amilcar Pop, che sollecitò al Pubblico Ministero una relazione sull’istituzione, “perché sembra che l’abuso sessuale sia una pratica permanente”.
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