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Argentina ha vissuto una giornata di sciopero importante e con molta partecipazione

L'Argentina ha vissuto il 6 aprile 2017 una giornata di sciopero in tutto il paese, diretto dalla centrale operaia CGT, che rimarcò la forza di questa misura di forza contro le politiche economiche del Governo. 

 
Dalle prime ore del giorno cominciò di una punta ad un altra del paese la paralisi di più di 2000 sindacati, tra loro gli educatori, la salute, le banche, tutto il trasporto (dal metro fino ai portuali e l’aviazione), i metallurgici, per solo citarne alcuni. 
 
A questa protesta si sommarono anche le altre due grandi centrali operaie, CTA e CTA autonoma con tutti i suoi settori. 
 
Il centrico viale 9 Luglio a Buenos Aires, nella capitale, ed altre strade rimasero progressivamente desolate mentre in differenti punti si raggrupparono organizzazioni politiche e sociali che si unirono allo sciopero in maniera spontanea. 
 
Nonostante la CGT (Confederazione Generale del Lavoro), convocò da sola allo sciopero, centinaia di persone appartenenti ai movimenti sociali si concentrarono con bandiere, cartelli e slogan in vari punti per arrivare all’Obelisco di Buenos Aires. 
 
Una situazione pesante si visse nella strada Panamericana nelle prime ore della mattina per il confronto tra i manifestanti e la gendarmeria che lanciò getti di acqua e gas per sgombrare le strade bloccate. 
 
Il saldo è stato di quattro feriti e sei detenuti. Il ministro di Sicurezza, Patricia Bullrich, aveva anticipato che metterebbe in pratica il protocollo antisommossa e considerò che i blocchi cercano di “spaventare quello che vuole andare a lavorare con libertà”. 
 
Mentre i settori uscivano a protestare contro le politiche economiche del Governo per i “tarifazos”, la disoccupazione e l’apertura alle importazioni, il presidente Mauricio Macri lasciava inaugurato il Forum Economico Mondiale sull’America Latina con la presenza di 1200 imprenditori, funzionari ed economisti. 
 
Il triunvirato della CGT, diretto da Hector Daer, Juan Carlos Schmid, e Carlos Conia, ha affermatoche fu una giornata di lotta contundente con una portata simile in tutte le regioni. 
 
“Dobbiamo sederci al tavolo del dialogo, noi, i sindacalisti, siamo dei protagonisti responsabili e dobbiamo garantire che ci sia governabilità e la situazione non si aggravi, perché se si aggrava, le sospensioni ed i licenziamenti sono dei nostri iscritti, e dobbiamo impedirlo”, ha detto Schmid. 
 
“Abbiamo bisogno di un aumento al più presto per milioni di pensionati, sollecitiamo che si rispetti la legge e che troviamo una soluzione all’educazione perché lì c’è il futuro del nostro paese. Bisogna rivedere l’amministrazione del commercio estero perché è suicida avere una politica di molte entrate nelle importazioni che non protegga la nostra industria nazionale”, manifestò. 
 
Da parte sua, Daer sottolineò l’adesione dei settori del commercio, delle piccole e medie aziende, e quella di tutti quelli che, disse, sono colpiti dalla politica economica e sociale del Governo. 
 
Ore prima il leader della CTA, Hugo Yasky, e quello della CTA Autonoma, Pablo Michelli, riaffermarono una grande partecipazione nella protesta nelle 24 province argentine. 
 
Questo sciopero, delimitò Michelli, è uno di quelli con la maggiore partecipazione del popolo nella storia della dirigenza sociale ed ha avuto una maggiore aggressività verso una misura di questo tipo. 
 
“E’ scoppiato un attacco brutale contro la dirigenza sindacale, le reti sociali sono state un campo di battaglia con offese, minacce, e quello dimostra che in Argentina stiamo attraversando una profonda divisione. Quelli che governano non aiutano a tentare di chiudere questa profondo separazione”, considerò. 
 
Dal governo, il ministro di Lavoro, Jorge Triaca, offrì una conferenza stampa nella quale qualificò lo sciopero come non necessario e reiterò la predisposizione al dialogo. 
 
 
Maylin Vidal, corrispondente di Prensa Latina in Argentina

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