I terroristi portano materiale vietato in Siria secondo l’Organizzazione per la Proibizione di Armi Chimiche (OPAQ) nella località di Jan Sheijun, nella provincia di Idlib, nell’aeroporto di Dzhera, a Guta orientale ed ad Aleppo occidentale.
Precisamente, gli argomenti di Washington, basati sulle denunce a Jan Sheijun di organizzazioni di dubbiosa provenienza, servirono da pretesto per un attacco statunitense contro la base siriana Al Shairat, nella provincia di Homs.
Il capo della Direzione Principale delle Operazioni dello Stato Maggiore russo, colonello-generale Serguei Rudskoi, ricordò che tra il 2013 ed il 2016, l’OPAQ realizzò un’operazione per evacuare tutte le armi chimiche della Siria.
Questa organizzazione internazionale riuscì a certificare la fine del processo in 10 installazioni. Altre due rimasero in territorio della chiamata opposizione armata siriana, aggregò.
Tuttavia, sì si registrarono casi di uso di armi chimiche da parte dei gruppi terroristi, come è accaduto nel quartiere di Marret Jaum-Haum, nella provincia di Aleppo, indicò.
Il Centro di Riconciliazione per Siria si incaricò di realizzare 1044 azioni col fine di consegnare 1600 tonnellate di aiuti umanitari, mentre i medici militari russi hanno curato 14 mila pazienti.
Inoltre, nella città di Aleppo, liberata nel dicembre passato dalle truppe siriane, ritornarono circa 7000 abitanti.
Nella storica città di Palmira, gli artificieri russi sminarono 21 installazioni sociali e 1894 abitazioni, ha concluso Rudskoi.
Ig/to