venerdì 26 Luglio 2024
AGENZIA DI STAMPA LATINOAMERICANA
Search
Close this search box.

Osservatori internazionali impugnano referendum in Turchia

Ankara, 17 apr (Prensa Latina) La missione di osservatori internazionali del Consiglio dell'Europa, destinata al plebiscito di riforma costituzionale in Turchia, criticò oggi il processo elettorale per realizzarsi in condizioni di disuguaglianza per le opzioni affrontate. 

 
Cezar Florin, capo della delegazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio dell’Europa, assicurò che “il referendum non è stato all’altezza degli standard” di detta entità ed aggiunse che “la cornice giuridica era inadeguata per la realizzazione di un processo genuinamente democratico”. 
 
Tra le carenze scoperte si riferì all’assenza di osservatori della società civile nei centri di votazione, molti dei quali furono espulsi dai seggi elettorali, specialmente nel sudest del paese, di maggioranza curda e fortemente opposti alla riforma esposta. 
 
“Lo stato di emergenza non deve mai essere usato per distruggere lo stato di diritto”, disse Florin. 
 
A sua volta, la responsabile della delegazione dell’Ufficio per le Istituzioni Democratiche ed i diritti umani, Tana de Zulueta, considerò che la consultazione “si portò a termine in un ambiente politico nel quale si restrinsero le libertà fondamentali essenziali per un processo genuinamente democratico sotto lo stato di emergenza”. 
 
Zulueta aggiunse che la campagna per il Sì dominò la copertura mediatica e questo, insieme alle restrizioni alla stampa, le detenzioni dei giornalisti e la chiusura dei mezzi di comunicazione, ridussero l’accesso degli elettori ad una pluralità di punti di vista. 
 
Per gli osservatori internazionali i regolamenti ed istruzioni adottati dal Consiglio Superiore Elettorale (YSK) sono insufficienti per la celebrazione di un referendum democratico, mentre i governatori provinciali utilizzano i poteri dello stato di emergenza per limitare ancora di più la libertà di riunione e di espressione. 
 
Pertanto conclusero che la cornice legale per la consultazione non proporzionò la copertura imparziale sufficiente, né garantì ai partiti politici lo stesso accesso ai mezzi di comunicazione pubblici, dando preferenza al partito di governo ed al presidente nell’assegnazione di connessioni in diretta. 
 
Infine segnalarono che lo YKS diede istruzioni alla fine della giornata che cambiarono significativamente i criteri di validità della votazione, fatto che distrusse un importante tutela, in contraddizione con la legge. 
 
Ig/acm

ULTIME NOTIZIE
NOTIZIE RELAZIONATE