Nella quarta giornata di lavoro del Forum Permanente delle Nazioni Unite per Temi Indigeni, che si svolgerà qui fino al 5 maggio, il membro del popolo mixteco, in Messico, Jesus Guadalupe Fuentes Blanco, precisò a Prensa Latina che si deve incominciare dal riconoscimento degli aborigeni.
Vediamo progressi dall’adozione una decade fa della Dichiarazione dell’ONU sui Diritti dei Popoli Indigeni, ma si deve trasformare questo compromesso globale in azioni concrete, sottolineò.
Secondo Fuentes Blanco, alcuni paesi continuano a non riconoscere la presenza degli originari.
Dobbiamo affrontare la sfida di ottenere che la Dichiarazione si implementi a livello nazionale, e questo può succedere attraverso il riconoscimento ed il dialogo inclusivo, poiché in tutte le regioni del pianeta considerate dall’ONU esistono popoli originari, affermò l’esperto del Forum Permanente.
Il membro del Parlamento del popolo Saami, in Norvegia, Rune Fjellheim segnalò che la strada da seguire è lunga per il compimento della Dichiarazione promossa nel 2007 nell’Assemblea Generale, documento che riflette il diritto degli aborigeni all’autodeterminazione ed a preservare le loro tradizioni e la loro cultura.
Gli indigeni possono apportare molto di più alle società, ma per questo devono contare con maggiori spazi di partecipazione, ha detto.
Per il vice ministro namibiano Royal Johan Kxao, uno dei temi da risolvere è definire una denominazione comune per tutti gli indigeni.
Ci chiamano in molto modi, tra questi vulnerabili, marginali e minoranze, e questo è un ostacolo per il riconoscimento, ha detto a Prensa Latina.
Il Forum Permanente riunisce ad oltre mille delegati dei cinque continenti, con la priorità di analizzare gli sviluppi e le sfide di una decade dalla Dichiarazione.
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