venerdì 26 Luglio 2024
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Presiede Raul Castro manifestazione a L’Avana per il 1º maggio

L'Avana, 1º mag (Prensa Latina) Il presidente cubano, Raul Castro, ha diretto oggi l'atto centrale per il Giorno Internazionale dei Lavoratori nella Piazza della Rivoluzione di questa capitale che terminò con una manifestazione in difesa del socialismo. 

 
Alla tribuna situata davanti al monumento all’eroe nazionale, Josè Martì, furono invitati dirigenti del governo, personalità storiche, intellettuali, il corpo diplomatico accreditato qui, come leader sindacali di altri paesi. 

Con lo slogan “La nostra forza è l’unità”, milioni di cubani si riunirono in tutto il paese per celebrare questo 1º maggio col compromesso di perfezionare il processo rivoluzionario della nazione caraibica e per esaltare il valore del lavoro. 
 
L’appuntamento è propizio anche per reclamare la sospensione del bloqueo economico, finanziario e commerciale imposto dagli Stati Uniti e citare la devoluzione del territorio illegalmente occupato dalla base navale di Guantanamo. 
 
Il popolo cubano ha confermato, inoltre, il suo appoggio alla Rivoluzione bolivariana del Venezuela davanti agli attacchi terroristi di gruppi finanziati dall’estrema destra ed il suo rifiuto all’offensiva in America Latina contro i processi democratici ed i leader dell’America Latina, affermò il segretario generale della Centrale di Lavoratori di Cuba, Ulises Guilarte. 
 
Il Giorno Internazionale dei Lavoratori è stato stabilito dal 1889 per celebrarsi ogni 1º maggio su un accordo del Congresso Operaio Socialista celebrato a Parigi. 
 
Da allora in molti paesi questa data è motivo di festività, ma in altri un’opportunità per manifestazioni e lotte per i diritti della classe operaia. 
 
I suoi antecedenti si registrano nel 1886 quando il proletariato degli Stati Uniti si mobilitò in uno sciopero generale, con molta forza nella città di Chicago, per esigere, tra le altre richieste, la riduzione ad otto ore della giornata lavorativa. 
 
Dopo tre giorni di continue proteste, i più di 200 mila partecipanti nelle manifestazioni furono repressi da più di un centinaio di poliziotti. 
 
Durante la rivolta esplose un artefatto esplosivo ed i poliziotti spararono a bruciapelo  contro la moltitudine. 
 
I fatti suscitarono una causa giudiziale contro 8 lavoratori che, dopo un processo piagato di irregolarità, risultarono condannati tre a prigione e cinque a morte per impiccagione. Oggi sono conosciuti come i Martiri di Chicago. 
 
Ig/lrd

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