giovedì 26 Dicembre 2024
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Tensioni nella frontiera meridionale siriana

Mentre la sensatezza oggi guadagna alcuni spazi nella ricerca della pace in Siria, le tensioni aumentano nei 442 chilometri in questione che formano parte di quasi tutta la frontiera desertica col Regno Hachemita della Giordania. 

 
Dopo una recente incursione di truppe statunitensi e giordane nella regione della frontiera di At Tanf, presumibilmente per isolare l’Isis, il movimento bellico si è aggravato. 
 
All’unisono, con dichiarazioni aggressive ufficiali da Amman contro la creazione di quattro zone di distensione in territorio siriano, decise ad Astanà, la capitale del Kazakistan, ora si annunciano “manovre preventive” da parte dei gruppi terroristi. 
 
Queste succedono mentre una delle aree di distensione è precisamente il sud siriano e le linee divisorie delle province siriane di Deraà, Sweida e Damasco con Giordania, paese che aveva mantenuto un’apparente e discreta posizione “lavandosi le mani come Ponzio Pilato”. 
 
Forze alleate al Governo siriano, tra queste il movimento di resistenza libanese Hezbolà, hanno messo in allerta sull’aumento della tensione e delle prove di forza in questo senso ed alle quali ricorre abitualmente il regime sionista dell’Israele nelle zone occupate alle Altezze del Golan, contro Quneitra e l’aeroporto di Mezzeh a Damasco, attaccato almeno tre volte negli ultimi mesi. 
 
La visita del re giordano Abdallà II negli Stati Uniti, poco dopo aver che ha assunto la presidenza di quella nazione Donald Trump, è stata fatta con gli obiettivi di ricercare la consegna di nuovi aiuti finanziari e militari. 
 
A questi elementi, secondo gli analisti, si unisce il fatto che il recente vertice della Lega Araba ebbe come sede la capitale giordana, dove non c’è stato un consenso in quanto all’appoggio della causa palestinese e molto poco si trattò la guerra imposta a Siria, virtualmente allontanata da quell’organizzazione, che ha dimostrato negli ultimi anni totale carenza di unità, solidarietà e coesione tra le nazioni del Medio Oriente. 
 
Gli Stati Uniti, Regno Unito ed il regime sionista dell’Israele consolidano criteri al riguardo, dopo lunghi anni di lavori congiunti di intelligenza, preparazione di azioni sovversive ed una valanga mediatica senza precedenti. 
 
D’altra parte e per sostentare queste valutazioni, vale segnalare che in Giordania e diretto da Washington, radica il Comando Centrale Avanzato con rappresentanti di più di 40 paesi chiaramente nemici della Siria e due centri, uno per l’intelligenza terrestre ed un altro per allenamento di truppe speciali. 
 
Questo assedio dal sud, ovviamente diretto contro gli accordi vigenti per il funzionamento delle quattro zone di distensione in territorio siriano, è un programma elaborato dal 2008 e che si denominò in quel momento “Il nido del calabrone”, secondo dichiarazioni dell’ex specialista dell’Agenzia Nazionale di Sicurezza degli Stati Uniti, Edward Snowden. 
 
Pedro Garcia Hernandez, corrispondente di Prensa Latina in Siria 

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