venerdì 26 Luglio 2024
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La pace persiste e vuole esiliare la violenza dal Venezuela

Gli appelli al dialogo come forma per ristabilire la pace in Venezuela continuano ad essere maggioritari rispetto ai piani per imporre la violenza e l'odio tra settori antagonisti in questo paese sud-americano. 

 
In questa congiuntura, l’Agenzia Venezuelana di Notizie (AVN) espone che la pace ha vinto sull’odio negli Altos Mirandinos, una zona dello stato Miranda, dove l’opposizione, come denuncia il governo, incitò nei giorni recenti al confronto tra gli abitanti. 
 
“Furono giorni di inquietudine. Fummo vittime di saccheggi, distruzione, estorsione, sequestro e vandalismo, la nostra vita ha un cammino incerto”, manifestò Cleo Salgado, un abitante locale riferendosi agli avvenimenti successi nelle ultime settimane. 
 
La zona di Altos Mirandinos, al centro-nord del paese, è stata sommersa in una scalata di violenza di gruppi finanziati dall’estrema destra, dopo gli appelli a rimanere per strada spinti dai dirigenti inclinati a questaa forma di “fare politica” e che secondo dossier ufficiali, si avvicinano al fascismo. 
 
AVN segnala che da metà di aprile, i focolai violenti perpetrarono una prima avanzata violenta che scatenò il saccheggio di 28 negozi, come il vandalismo contro i beni pubblici e privati nei municipi Guaicaipuro, Carrizal e Los Salias, che ha causato perdite miliardarie che ancora si stanno contando. 
 
Ogni mattina, puntualizza la fonte, si vedevano i primi focolai di tumulti per le strade di San Antonio de los Altos, una delle zone più colpite da una chiamata “resistenza” di incappucciati che chiudeva i principali accessi della strada Panamericana, oltre ad i principali viali del paese. 
 
“La lotta della destra è per distruggere, mentre il Governo nazionale insiste nel fare appelli per la pace”, espresse Julio Olivares, abitante della giurisdizione. 
 
AVN assicura che il risultato dell’ondata di odio, tra gli altri, ha fatto danni alla nuova sede della Direzione del Ministero delle Finanze del Comune di Guaicaipuro ed alla Guardia del Popolo. La Maternità di Carrizal, è stata un’altra istituzione assediata dai gruppi violenti. 
 
Puntualizzò che in maniera simultanea il vandalismo attaccò 77 negozi a Los Teques che si sommano ai 28 stabilimenti colpiti in aprile, per un totale di 105 entità saccheggiate, solo nella capitale dello stato Miranda, senza registrare altri otto di Carrizal ed un magazzino di cibo a Los Salias, che sono anche stati oggetto del vandalismo questa settimana. 
 
Con queste azioni dei gruppi di destra cercano di abbattere il governo e creare in tutto il paese un ambiente che “possa giustificare” un intervento esterno di carattere “umanitario”, qualcosa che programmano gruppi di potere stranieri ed interni col beneplacito statunitense. 
 
“È un avamposto di violenza dove il Governo nazionale deve continuare a prendere delle misure per frenarla. Questa situazione ci paralizzò in tutti gli aspetti. Io vivo in Montaña Alta e lavoro a Los Teques e non potevo uscire a lavorare, e neanche potevo transitare per la mia giurisdizione, siamo stati vittime del terrorismo” manifestò Ruben Ramirez, padrone di uno stabilimento aggredito dai gruppi violenti. 
 
In risposta a ciò, le autorità spiegarono il 21 maggio un contingente speciale di organismi di intelligenza e sicurezza dello Stato -Guardia Nazionale Bolivariana, Corpo di Investigazioni Scientifiche Penali e Criminalistiche ed il Servizio Bolivariano di Intelligenza Nazionale. 
 
Secondo diverse fonti questi atti di vandalismo e violenza si registrarono di fronte all’inazione e complicità del governatore di quell’entità e dirigente di Prima Giustizia, Henrique Capriles, ed i sindaci oppositori, Josè Luis Rodriguez (Carrizal) e Josè “Josy” Fernández (Los Salias). 
 
Alcuni abitanti come Carol Echeverrique, un’imprenditora locale, è  d’accordo con la protesta pacifica, “che la gente possa pensarla differente va bene nel mio paese, ma respingo chiaramente il terrorismo, il vandalismo e la violenza”; queste dichiarazioni sono indicative che cresce il malessere contro le azioni di alcuni gruppi dell’opposizione al governo. 
 
Rispetto a queste azioni, il ministro per la Comunicazione ed Informazione, Ernesto Villegas, fu categorico e preciso stimando che “incolpare automaticamente e temerariamente il Governo di violenza pianificata fa parte del copione per propiziare un intervento straniero in Venezuela”. 

Luis Beaton, corrispondente di Prensa Latina in Venezuela

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